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“Solo contro tutti a Marsiglia”: le rivelazioni di un laziale a Notizie.com

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Paolo Colantoni

Il Governo francese ha bloccato l’ingresso dei laziali in tutto il territorio transalpino. Ma al Velodrome di Marsiglia i biancocelesti non saranno soli. Un tifoso li accompagnerà. 

I tifosi della Lazio non potranno seguire la squadra a Marsiglia, Ma un tifoso sarà sugli spalti

“Se fossi in Lotito inviterei il Ministro dell’Interno francese a Roma, così capirà di aver detto una cazzata”. Maurizio Sarri, alla vigilia di Marsiglia-Lazio, gara valevole per la fase a gironi dell’Europa League, torna sulle polemiche scaturite dall’ordinanza del Ministro degli Interni francese Gerald Darmanin, che ha bloccato l’ingresso in tutto il territorio francese ai tifosi laziali. Una scelta contestata dalla società biancoceleste attraverso un duro comunicato e che ha scatenato reazioni politiche. A causa di questa decisione la squadra biancoceleste scenderà in campo al Velodrome di Marsiglia senza il sostegno dei propri tifosi. Ma in un ambiente caldo, dove negli ultimi mesi si sono moltiplicati tafferugli, scontri e dove è stato spesso necessario l’intervento delle forze dell’ordine per placare gli animi dei sostenitori dell’OM, gli uomini di Maurizio Sarri non saranno soli. “Io ci sarò, anche se sarò solo contro tutti. Mi metterò dietro la panchina della Lazio e farò capire ai giocatori che non saranno soli”.

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“Sono laziale di cuore e ultras di sangue”

A dichiararlo è R., 34 anni, francese, tifosissimo biancoceleste e molto attivo sui social, tanto da creare una pagina Twitter (Fratelli Francesi, con lo stemma della Lazio in primo piano), molto seguita. R. vive a Marsiglia, ma non ha mai nascosto la sua fede laziale. “Sono Laziale di cuore e Ultras di sangue. A 11 anni andai per la prima volta a Roma e mi innamorai di questa città. Tifoso di calcio, tifoso di storia e dell’impero romano non potevo che tifare la prima squadra della capitale. Vengo a Roma almeno una volta l’anno e l’amore per la Lazio non ha mai smesso di crescere. Quando parlo della Lazio, anche con chi sta a Roma, sento di essere parte della stessa famiglia. Una passione che ho trasmesso ai miei due figli di 3 e 6 anni, che ogni settimana mi chiedono cosa ha fatto la Lazio. Una passione che tramando di padre in figlio”.

“Sarò allo stadio, dietro la panchina della Lazio”

I tifosi della Lazio costretti a saltare la trasferta di Marsiglia (da Youtube)

R. sarà allo stadio stasera e non avrà problemi a farlo con la sciarpa della Lazio. “Certo. È impossibile per me non essere lì. Sarò il più vicino alla panchina Laziale per fargli capire che non sono soli. Sì, sarò solo, ma avrò con me tanti amici, tifosi e appassionati che mi sostengono. E’ come se fossero con me! Sarò allo stadio, per dire ai giocatori che sono con loro. ne sono orgoglioso“. Quando ha letto l’ordinanza del Ministro Darmanin, R. ha fatto fatica a crederci. “Mi sono vergognato di essere francese. Tutti abbiamo le nostre opinioni politiche, io per primo. Ma il mio vicino non deve subire le mie scelte e viceversa. Proibire ai tifosi di venire è una cosa, ma questa ordinanza è davvero un affronto agli italiani”.

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“Essere laziale a Marsiglia: un orgoglio”

Marsiglia è una piazza calda, dove vivere la Lazialità non è semplice. “Ma io non mi nascondo! Il 75% dei miei vestiti sono con lo stemma degli Irriducibili, Ultras Lazio e Fratelli Francesi. Quando incrocio un tifoso del Marsiglia vede immediatamente che sono tifoso della Lazio. Ma basta indossare con orgoglio e va bene. Nel peggiore dei casi ci sono alcuni insulti ma fa parte della vita. Quando sei Laziale ne vai fiero, non sei qui per nasconderti”. R non lo ha fatto neanche tre anni fa, quando i biancocelesti espugnarono il Velodrome. “C’ero, quando la tua squadra del cuore viene a giocare nella tua città e viene a vincere, l’orgoglio è ancora più grande! Ci sono stati degli incidenti, non solo a Marsiglia, ma nei giorni precedenti. Ma la vittoria e l’ultimo gol di Marusic sono stati momenti indimenticabili. perfetto. Solo i giorni successivi sono stati un pò complicati per me, ma ne è valsa la pena”.

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Paolo Colantoni