Il leader di Azione ed ex candidato Sindaco di Roma ribadisce quanto accaduto nel suo primo giorno in Campidoglio e smonta il caso del cartello
Si è creato un caso dal nulla. Il semplice spostamento di un cartello che vietava di fumare in una zona dove stavano fumando tutti, è diventato un caso prima social e poi si è trasformato quasi in un caso politico. Nel primo giorno di lavoro della nuova Giunta Gualtieri in Campidoglio, il leader di Azione Carlo Calenda, facendo di continuo la spola tra gli scranni e il bat, in uno dei diversi “viaggi” e, volendo fumare una sigaretta, si è messo accanto ai tanti cronisti e ad altre persone per accendersi la sigaretta.
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Una volta arrivato lì, c’erano tante persone, vicine l’una all’altra, e con lo scopo di allargare un po’ il perimetro e tentare di tenere un po’ le distanze, visto il momento legato al divieto di assembramenti, Calenda ha pensato di spostare il cartello del divieto fumatori, aumentando così la zona per chi volesse fumare, visto che si stava all’esterno della bouvette. Ed è lui stesso che lo ribadisce a Notizie.com: “Non c’è stata nessuna rimozione di nessun cartello”.
Calenda a Notizie.com ribadisce quanto già detto sul suo profilo Twitter
Il leader di Azione ed ex Ministro Carlo Calenda ribadisce con fermezza a Notizie.com quanto raccontato ieri dopo il caso del cartello del “divieto fumatori” spostato in Campidoglio: “Stavano tutti fumando in un’area esterna alla bouvette che prima era per i fumatori, poi successivamente chiusa dai Cinquestelle. Erano tutti assiepati dietro grossi condizionatori per non essere beccati. Io ho solo fatto in modo che uscissero da quel posto, anche perché fumare accalcati e assembrati in dieci durante il Covid, dietro enormi apparecchiature elettroniche, a mio modo di vedere fa peggio. Diciamo che ho applicato un riformismo pragmatico contro il populismo Cinquestelle“.
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La verità su questa situazione è qualcuno ha creato un caso politico e social, quando in realtà si è trattato solo di una specie di scherzo e niente di più. Uno come Calenda, fanno sapere le persone che lavorano con lui quotidianamente, appena arrivato nell’aula del Campidoglio e dopo una campagna elettorale pressante e faticosa, è l’ultima persona che si metterebbe a trasgredire le regole. Quel cartello negli anni è stato spostato diverse volte e lì cronisti e non, spesso vanno a fumare.