Fa discutere la presa di posizione della procura di Milano su un fatto di cronaca avvenuto nel 2017 e che riguarda i due cantanti
Una notizia che ha fatto in breve tempo il giro del web e ha scatenato reazioni e commenti di sdegno sui social: “Fedez e J-Ax arrestati con 28 grammi di cocaina nella macchina“. I fan dei cantanti sono rimasti interdetti. I critici e gli haters hanno esultato. La news è stata diffusa l’8 aprile del 2017 dal sito internet rollingstone.live. Un nome autorevole, che rimanda ad una delle più famose riviste musicali e che è stato (per molti) sinonimo di veridicità. Tanto che, nel giro di pochi istanti e per l’importanza dei soggetti coinvolti, ha fatto il giro della rete, ripresa da tantissimi siti di informazione.
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Peccato che la notizia fosse totalmente inventata. Una bufala. Una fake news che ha scatenato la reazione dei due cantanti, che hanno immediatamente smentito il sito e iniziato una battaglia legale. Che però rischia di chiudersi in modo totalmente inaspettato. La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per diffamazione. Una notizia che ha scatenato i legali dei due cantanti: “La disinformazione non può essere considerata lecita”, dichiara la difesa di Fedez, che annuncia battaglia e la voglia di opporsi all’archiviazione.
La motivazione che ha spinto la Procura a perdonare l’autore della fake news lascia interdetti. Per il pm il reato è “oggettivamente configurabile“, ma il comportamento della persona indagata (un umbro di 38 anni) non è punibile penalmente perchè “si colloca nel contesto della disinformazione che spesso caratterizza l’ambito delle notizie dedicate al cosidetto gossip con la spettacolarizzazione del pettegolezzo“. L’indagato inoltre usa nomi d’arte e ha al suo attivo “numerose fake news, cioè avvenimenti inventati con titoli sensazionalistici”. In pratica la procura ufficializza che, una persona abituata a dare notizie false, non può essere credibile e va paragonato ad un comico che fa satira. L’unica sanzione alla quale potrà incorrere, secondo il magistrato, è economica. La sua ammissione di responsabilità di fronte alla Polizia postale, può “giustificare il diritto al risarcimento del danno” con un’azione in sede civile.