Secondo quanto apprende Notizie.com nel post partita in Norvegia in Conference League è successo di tutto, accuse e aggressioni verbali tra giocatori
In casa Roma le cose non vanno per niente bene e non è una novità, visti i risultati che ci sono stati da metà ottobre: sconfitta drammatica col Bodo Glimt e deludente pareggio interno sempre con i norvegesi, zero punti con Juve, Milan e Venezia. Gli unici sussulti il pareggio interno col Napoli e la vittoria a Cagliari. Ma è troppo poco per quello che è successo il 20 ottobre. Ed è lì che vogliamo tornare, non tanto per i sei gol incassati, ma soprattutto per quello che è successo subito dopo, anche perché da quel momento qualcosa internamente si è spezzato di brutto e, forse, del tutto.
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Appena la partita finisce, Mourinho lascia subito il campo, aspetta la squadra negli spogliatoi. Nel frattempo la maggior parte di loro, guidati da capitan Pellegrini, sono ancora in campo a dare spiegazioni ai tifosi, lividi di rabbia per quanto hanno appena visto. Finito il confronto, i giocatori entrano e, secondo quanto ha appreso Notizie.com, trovano il tecnico, seduto a testa bassa in silenzio. Una volta che tutti entrano, lo Special One si alza e con tono dimesso, senza alzare la voce, dice pochissime parole: “Sono amareggiato, distrutto, mi avete deluso, ma cosa avete fatto? Dalla prossima giocheranno solo i titolari“, alza appena la testa, guarda velocemente tutti e, a capo chino, se ne va.
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Un discorso durato neanche un minuto., quello del tecnico. Josè, a questo punto, va via, chiude la porta, ma sa bene che i suoi tre fedelissimi, Pellegrini, Cristante e Mancini (più Rui Patricio ma lui starà zitto) ora prenderanno la parola e ci metteranno il carico. Faranno le sue veci. Tra i tre, guarda caso, c’è già chi ha rinnovato e chi a breve lo farà. Così, da quanto ha appreso Notizie.com, è stato. Il primo a prendere la parola è Lorenzo Pellegrini, l’uomo simbolo della squadra ma anche di questo inizio di stagione con 8 gol in 16 partite, ma questo non permette di prendersi determinate libertà all’interno di un gruppo. “Ma che ca..o di figura ci avete fatto fare, bisogna lottare per la maglia”, l’accusa a chi aveva giocato, dimenticandosi che pure lui è entrato al 15′ del secondo tempo sul 3-1.
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Qualcuno ha provato a rispondere, cercando di spiegare che era la prima volta che erano tutti insieme quelli che giocano poco, ma è stato immediatamente zittito prima da Pellegrini, ma anche dagli altri due Cristante e Mancini (quest’ultimo neanche è entrato, ma anche lui ha parlato). Sono i tre “braccio di ferro” di Mourinho, insieme a Rui Patricio. Quello che dicono loro, si deve fare. Mou parla solo con loro che, per carità, va bene perché in ogni squadra ci sono dei giocatori di fiducia. Ma ai giocatori di livello internazionale che fanno parte della squadra e che non partecipano a questi confronti, pensano che questa cosa non vada bene per niente. E’ troppa la differenza, è troppa la distanza e troppi i gruppetti all’interno dello spogliatoio romanista. Più si va avanti, più la lontananza aumenta. E poi, è clamoroso il cambiamento da dopo Bodo di Mou: prima euforico e sempre combattivo, ora dimesso e quasi rassegnato. Che sia un segnale addio? La risposta nel mercato di gennaio.