Il fondatore del Popolo della Famiglia difende il conduttore tv e lancia l’allarme: “Quando qualcuno ti dice che non puoi dire certe cose bisogna preoccuparsi”
Le dichiarazioni di Alfonso Signorini durante l’ultima puntata del Grande Fratello Vip sull’aborto, stanno scatenando reazioni a non finire. Il noto conduttore televisivo, ha risposto ad una battuta di Giucas Casella, (al quale era stato fatto credere che la sua cagnolina fosse incinta). “Bisogna vedere se è rimasta incinta. Potrebbe anche abortire. Lui è un cane grande, può succedere”, ha detto il concorrente del Grande Fratello. A questa frase Signorini ha risposto: “Noi siamo contrari all’aborto in ogni sua forma. Neanche quello dei cani ci piace”.
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Dichiarazioni che hanno scatenato il putiferio. Signorini è stato attaccato da più parti, ma ha ricevuto anche voci di sostegno. Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia e da sempre contrario all’aborto, ha preso le difese del conduttore. “C’è tanta ipocrisia in questa vicenda. Si sono attaccati al Noi. Al fatto che Signorini ha dichiarato: Noi siamo contrari all’aborto. Ma il problema è nato solo perchè Signorini ha osato parlare contro l’aborto. Se quella frase fosse stata detta per ribadire il concetto opposto, ovvero: Noi siamo favorevoli all’aborto, non ci sarebbero stati problemi. Si sono indignati perchè in televisione qualcuno ha osato dire di essere contrario all’aborto. Questa è una spia molto preoccupante. Racconta un’opinione che per qualcuno non ha più diritto di cittadinanza nel sistema mediatico e nel paese”.
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Adinolfi è molto critico verso chi ha si è indignato in modo così feroce contro Signorini, e spiega il suo pensiero. “Queste sono le premesse dei fascismi. Quando alcune opinioni diventano non più affermabili salvo manganellatura, scattano questi tipi di totalitarismi che io ritengo molto preoccupanti. Io li ho definiti talebani. Si è molto poco laici se non si accettano le opinioni altrui. Si diventa fondamentalisti. E io ho vedo un fondamentalismo che sta cercando di opprimere tutta la libertà d’espressione possibile. Come stava accadendo con il DDL Zan, che era uno degli architravi normativi per costruire questo regime del politicamente corretto, che è diventato oramai il regime del politicamente corrotto. Viene negato il diritto all’opinione e all’espressione dell’opinione. E’ tutto fin troppo evidente”.
Adinolfi chiude su Signorini, circondato da critiche dopo la sua presa di posizione. “Ogni volta che sento qualcuno dire qualcosa sull’aborto in linea con il mio pensiero, sono contento. E’ anche vero che Signorini ha detto queste cose in cinque secondi parlando di aborto canino. Non è proprio il modo migliore per parlare di aborto, però almeno si è innescato un dibattuto che ci permette di far notare che esistono delle corde e dei nervi scoperti che causano reazioni che sono da tic totalitario. Ripeto, quando ti viene detto che certe cose non si possono affermare, bisogna sempre preoccuparsi”