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Cronaca

Cibo, la classifica dei rincari: un prodotto a sorpresa diventa il più caro

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Paolo Colantoni

L’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica degli incrementi maggiori nei prezzi dei cibi. Stupisce il prodotto diventato più caro

Forti rincari nei cibi italiani. Un prodotto su tutti, ha subito il rialzo più elevato

Dall’inizio della pandemia in poi l’economia del nostro Paese ha subito oscillazioni, crisi e problematiche varie. Ogni cittadino ha dovuto fare i conti con l’emergenza, confrontandosi con problemi di vario tipo. Dal taglio degli stipendi all’aumento (a volte esagerato) di alcuni beni. Quali sono i prodotti che hanno subito il rialzo più grande? Quali beni sono diventati “di lusso”?

Il settore agroalimentare, a ridosso del periodo natalizio, è quello che sta facendo registrare i rialzi più significativi. I costi alle stelle dell’energia, la richiesta che sta per moltiplicarsi (alla luce dei prossimi cenoni), porteranno a vere e proprie stangate verso alcuni prodotti. L’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica degli incrementi maggiori nei prezzi dei cibi tipici della dieta mediterranea. E i risultati sono sorprendenti.

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Il prodotto che ha subito il rialzo più grande è l’olio si semi: chi lo porterà nelle proprie dispense lo pagherà un 17,7 % in più rispetto allo scorso anno. Gli amanti delle fritture saranno chiamati a fare i conti con spese esagerate. Alle spalle dell’olio di semi ci sono i frutti di mare (altro prodotto super sfruttato nei cenoni natalizi) con il 6% in più. All’ultimo gradino del podio si assesta l’olio di oliva (con i 4,7%), che si piazza davanti alla pasta (4,6%).

Seguono carne, pesce e vegetali. Ma gli aumenti riguarderanno tutto il reparto culinario. Ad eccezione di alcuni prodotti che, a sorpresa, fanno registrare una variazione di prezzo al ribasso. Tra questi la frutta secca, che è scesa dell’1% rispetto allo scorso anno. A preoccupare le organizzazioni di categoria (su tutte la Coldiretti e la Federalimentare) è l’allarme inflazione sui costi. Registrato da settembre. Impossibile fare previsioni, soprattutto alla luce dei prezzi delle materie prime e dell’energia (in continuo aumento). A ricadere sul costo c’è anche l’aumento del petrolio, che fa lievitare i costi di trasporto e logistica. Si teme un’inflazione a due cifre sugli alimenti.

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Paolo Colantoni