L’attaccante del Sassuolo torna nuovamente sulle prime pagine dei giornali per episodi che non lo riguardano
Per la seconda volta nel giro di pochi mesi, Gianluca Scamacca è costretto a prendere le distanze dai gesti estremi della sua famiglia. Anzi, per citare un suo post su Instagram, da “persone ricollocabili al mio cognome”. L’attaccante del Sassuolo, convocato anche da Roberto Mancini in Nazionale, torna sulle prime pagine dei giornali. Ma per episodi che non lo riguardano.
A maggio il padre Emiliano è stato protagonista di un raid punitivo a Trigoria. Introducendosi nel centro sportivo giallorosso con una mazza da baseball, danneggiò vistosamente le auto di alcuni dirigenti romanisti, prima di chiudere la sua giornata con un acceso faccia a faccia con Bruno Conti, responsabile del settore giovanile giallorosso ai tempi in cui il figlio giocava a Trigoria.
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Ieri è stato il nonno di Gianluca Scamacca a salire agli onori della cronaca. Il 66enne sarebbe entrato in un bar di Fidene, quartiere periferico di Roma, armato di coltello e avrebbe inoltre minacciato di morte un cliente, puntandogli la lama a pochi centimetri dalla gola. L’uomo è stato fermato dalle forze dell’ordine e accusato di detenzione di arma, minacce aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.
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Stanco di essere nuovamente tirato in ballo per episodi che non lo riguardano, il centravanti del Sassuolo ha scritto un lungo post su Instagram, nel quale prende le distanze da certi comportamenti. “Per la seconda volta nel giro di mesi mi trovo nuovamente a dover prendere le massime distanze da episodi violenti e inqualificabili commessi da persone ricollegabili al mio cognome ma con le quali da moltissimi anni ormai ho chiuso ogni tipo di rapporto. Ribadisco ancora una volta che io sono cresciuto con mia madre e mia sorella e che sono loro per me la mia famiglia. Nessun altro”.
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Scamacca non vuole più essere coinvolto. “Spero quindi di non dover più essere collegato in futuro a notizie e resoconti che riguardano persone esterne al ristretto nucleo familiare formato da me, mia madre e mia sorella. Vorrei essere giudicato per quello che faccio in campo e fuori senza dover pagare, a livello di immagine e di considerazione dell’uomo che sono, per comportamenti irresponsabili di persone che io non riconosco più da tempo come facenti parte dei miei affetti e della mia famiglia”.