Il padre e la sorella del ragazzo morto a Ponza ad agosto del 2020, chiedono giustizia: “Nessuno ci ha mai detto la verità”
La famiglia di Gianmarco Pozzi, il giovane romano morto per cause ancora da chiarire il 9 agosto 2020 a Ponza, continua la sua battaglia per conoscere la verità. Papà Paolo e Martina, la sorella di Gianmarco, non hanno nessuna voglia di abbandonare una battaglia che hanno iniziato sin dai primi giorni. Quando le incongruenze sugli ultimi attimi di vita di Gianmarco, erano già ben evidenti.
Paolo Pozzi, in esclusiva ai microfoni di Notizie.com, regala nuove importanti indiscrezioni. “Ci sono grosse novità: è stato cambiato il Pm e il nuovo sta portando avanti le indagini con maggior forza rispetto a chi lo aveva preceduto. Prima le cose andavano avanti alla velocità di una lumaca, ora le cose sembrano stiano evolvendo. C’è una forte accelerazione. Siamo più ottimisti e convinti che si possa portare a termine il lavoro in maniera egregia“.
Il nuovo pubblico Ministero, Flavio Ricci, ha preso in mano la situazione e sta provando a dare una svolta alle indagini: “Il precedente Pm, Maria Beatrice Siravo, non si occupa più del caso. Ufficialmente è stata promossa – continua Paolo Pozzi – ma in via non ufficiale abbiamo capito che si è trattato di una bocciatura, tant’è che è stata trasferita a Roma, senza mansioni operative. Ma tanto, come in altre circostanze, nessuno ci dirà mai la verità”.
Tanti i dubbi, le incongruenze e le situazioni poco chiare in questa vicenda. Come sottolinea la sorella Martina ai microfoni di Notizie.com: “I ragazzi che erano in camera con mio fratello erano tre: due sono stati ascoltati dal vecchio Pm, uno non è mai stato preso in considerazione. Come se non fosse mai stato in quella stanza. Contatti con noi? Nessuno. Noi abbiamo provato a chiamarli, a chiedere, come è normale che sia in un caso così, di dirci tutto quello che sapevano, ma nessuno ci ha risposto. Anzi, l’unica volta che abbiamo parlato con uno di loro, Alessio, ci ha detto che era stanco e doveva riposare. Poi è sparito. Non ci hanno fatto mai una chiamata, neanche per le condoglianze o per sapere come stavamo”.
Negli ultimi giorni e grazie ad alcune trasmissioni televisive, si è tornato a parlare del super testimone che avrebbe visto cosa è realmente accaduto a Gianmarco. “Io, mia madre e mia sorella – continua Martina – abbiamo saputo questa cosa da agosto, mio padre da diversi mesi. Non sono indiscrezioni o voci da web, ma si tratta di una persona che ha rilasciato dichiarazioni precise. Non sappiamo se la Procura abbia ascoltato questa persona oppure no”. Tanti dubbi anche sul telefono di Gianmarco. “E’ l’ennesima presa in giro. Noi abbiamo in mano gli atti dei carabinieri in cui è scritto che il cellulare era sano. Tanto è vero che il comandante di Ponza effettuerà una chiamata all’ultimo numero ricevuto. Al consulente del Tribunale questo telefono è stato dato completamente rotto. E ci è stato detto che tutto era compatibile con una caduta di tre metri. Quindi mi domando: chi ha rotto il telefono di mio fratello? Visto che ce l’hanno avuto loro in mano e dal 9 agosto hanno consegnato il telefono il 20 ottobre, 2 mesi dopo, a un perito che ha distrutto tutto“.
Secondo alcune voci il telefono sarebbe in Germania. “Tutte voci del vecchio Pm a cui non ho mai creduto. Noi – continua Martina – non sappiamo la verità. A noi non hanno dato nulla: c’era un foglio dove era specificato che era sotto sequestro dell’attività giudiziaria. Ma, ripeto, a noi non è stato dato nulla e non credo che sapremo mai nulla. C’è un altro aspetto che non è mai stato chiarito. Il medico legale ha analizzato tutti i reperti? Ha preso il materiale organico sotto le unghie di mio fratello? Aveva le mani completamente distrutte, quindi aveva provato a difendersi”.
Il lavoro del medico legale torna prepotentemente in discussione. “Sulla perizio medico legale dell’ispezione cadaverica non vengono menzionate alcune ferite che sono le più importanti sul corpo di mio fratello, ma dopo sei mesi viene scritto che la causa della morte è verosimilmente compatibile con una caduta. Come è possibile che un medico legale ci metta sei mesi per fare un’ispezione cadaverica? Come è possibile che non faccia nessun tipo di esame? Noi non sapremo mai con certezza l’ora della morte, nè la causa esatta. Tutto questo perchè non è stata fatta un autopsia. Che avrebbe chiarito tutto. Perchè non è stata fatta? Il medico legale dovrà rispondere di questa negligenza. Tante cose su ci ci stiamo battendo, lei avrebbe potuto risolverle semplicemente facendo autopsia“.
Paolo, il papà di Gianmarco, torna a parlare dell’atteggiamento della popolazione di Ponza. “A distanza di così tanto tempo non hanno ancora capito che noi siamo le vittime e non i carnefici. L’ultima volta che sono andato li con mia moglie la gente ci evitava. Passavamo tra la gente e loro si aprivano. Ci avranno salutato dodici persone Non di più. Una cosa allucinante. Mi scontro con una mentalità che non mi appartiene. Possibile che nessuno ha il coraggio di venirmi a dare solidarietà? Chiedevo solo questo. Una pacca sulle spalle”.
Martina chiude parlando proprio di Ponza. “Quando è morto mio fratello nessuno ha transennato la zona. Anzi, si è permesso al proprietario del locale di lavare con la varecchina. Sono stati commessi errori incredibili. Il proprietario del locale vive serenamente a Ponza, dove ci sono dinamiche e poteri amministrativi chiari”.