Fra Lakers e Pistons accade di tutto: pugno di Lebron James a Stewart che col volto insanguinato risponde e accende la rissa. Accade di tutto in campo.
Il ritorno di Lebron James sul parquet non ha rispettato le attese dei tifosi di Los Angeles. Durante il terzo quarto, “il prescelto” su un tiro libero ha usato le maniere dure su un tagliafuori a rimbalzo. Con il pugno chiuso ha colpito in pieno volto Isaiah Stewart, che in un primo momento si è accasciato, con James davanti neanche troppo pentito del gesto.
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Il giocatore dei Pistons però non l’ha presa bene, e dopo lo scontro, avvenuto durante il terzo quarto di gioco, è accaduto di tutto. James ha provato per un attimo a spiegarsi, difeso dai compagni del Lakers. L’avversario però non ha voluto ascoltare “The Choosen One”, e sul parquet si sono viste immagini dure. Sembrava di assistere ad un match dei vecchi Detroit Pistons, quelli “brutti sporchi e cattivi” che per fermare Jordan violavano il regolamento utilizzando le maniere dure. Il colpo proibito però questa volta lo ha dato James, e da quel momento, per tre minuti, è accaduto davvero di tutto.
Con il volto ricoperto di sangue, Isaiah Stewart ha provato a raggiungere Lebron James, ed è scattata la rissa. Compagni, addetti alla sicurezza e arbitri hanno provato a fermare il cestista di Detroit, che in un primo momento ha desistito e poi è tornato alla carica con maggiore foga.
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C’è voluto l’intervento di diverse persone per placare l’ita di Stewart, he ha rifiutato le cure mediche per provare a “regolare i conti” con il numero 6 di Los Angeles. A quel punto a difendere il compagno sono stati Russel Westbrook e DeAndre Jordan, che hanno atteso l’ennesima sfuriata del cestista dei Pistons. Ci sono voluti 3 minuti per portare la calma sul parquet dopo l’espulsione dei due cestisti. Per la cronaca a restituire un po’ di normalità al match ci ha pensato Anthony Davis, che con due stoppate nella stessa azione ha riportato i tifosi con la testa sul parquet, ridando alla partita un senso sportivo dopo una violenta rissa.