Fiorenzo Alessi, legale della famiglia Pantani spiega gli sviluppi processuali sulla vicenda legata al ciclista, morto nel 2004: “Si indaga per omicidio”
“Come avvocato della famiglia Pantani e in accordo con la mamma di Marco, abbiamo deciso di non rilasciare più dichiarazioni. Ma ci tengo a fare una precisione importante. Leggo erroneamente di un nuovo processo, quasi come se il nostro lavoro avesse spinto la Procura a riaprire le indagini. Non è andata così. E’ stata la Procura stessa, alla luce di nuovi fatti, a svolgere nuovi accertamenti su una vicenda che è rimasta nel cuore di tutti”. Fiorenzo Alessi, legale della famiglia Pantani, parla in esclusiva a Notizie.com.
LEGGI ANCHE: Calciomercato Juventus, Dybala rinnova o via? Il VIDEO non lascia dubbi
La vicenda che riguarda la morte del ciclista italiano, scomparso il 14 febbraio del 2004, nel residence Le Rose di Rimini, è tornata prepotentemente di moda. Qualcuno ha parlato di un processo riaperto. Di una nuova inchiesta. “Bisogna fare chiarezza – ribadisce l’avvocato Alessi ai nostri microfoni -. La Commissione Parlamentare Antimafia ha ascoltato diverse persone, seguendo la tesi che a Madonna di Campiglio qualcuno abbia impedito con un artifizio a Marco Pantani di vincere il secondo giro d’Italia consecutivo. Si tratta di una vicenda legata alle scommesse, alla Camorra”. Marco Pantani fu fermato per livelli di ematocrito più alti della norma consentita, alla vigilia dell’ultima tappa del Giro d’Italia del 1999, quando in classifica era in prima posizione ed aveva un vantaggio clamoroso sugli avversari. “Alla luce della segnalazione conoscitiva della Commissione Parlamentare Antimafia, che aveva proceduto all’audizione di diverse persone coinvolte nella vicenda legata alle scommesse e alla squalifica di Pantani a Madonna di Campiglio, la Commissione ha ricevuto delle dichiarazioni di alcuni soggetti coinvolti. Qualcuno di loro ha detto che Marco Pantani è stato ucciso”.
LEGGI ANCHE: Calcio francese travolto da uno scandalo, le rivelazioni del giornalista Molina
Si tratta di Fabio Miradossa, un pusher che patteggiò nel 2005 una pena per spaccio legato alla morte del Pirata di Cesenatico. Fu proprio lui a fare questa dichiarazione alla Commissione Parlamentare Antimafia, a gennaio 2020, che poi l’ha segnalata ai pm. “Marco è stato ucciso, l’ho conosciuto 5-6 mesi prima che morisse e di certo non mi è sembrata una persona che si voleva uccidere. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato”, le parole di Miradossa in un’audizione che poi è stata parzialmente secretata.
LEGGI ANCHE: ESCLUSIVA; Roma, caso Zaniolo: l’opinione dello storico conduttore romanista
“Chiaramente la Commissione Antimafia – continua l’avvocato Alessi – di fronte ad un’affermazione di questo tipo, resa non al bar dello sport, ma di fronte alla Commissione stessa, ha segnalato il fatto all’autorità giudiziaria competente, la Procura di Rimini, che correttamente ha iscritto un nuovo procedimento a carico di ignoti per l’ipotesi di omicidio. Marco Pantani è stato ucciso. Da chi? Al momento da ignoti, ma la fattispecie contestata è omicidio”.
Alessi ci tiene a chiarire un aspetto molto importante della vicenda. “Non si tratta di un’iniziativa della difesa della famiglia Pantani. Noi siamo venuti a conoscenza di tutto questo. E si tratta di un fascicolo pendente. Non dormiente, perchè in questi anni si è continuato ad indagare. Mamma Tonina è stata ascoltata a lungo e ha detto tante cose importanti di cui era a conoscenza. Ha depositato anche un memoriale. Alla luce delle sue dichiarazioni e di questo memoriale, la Procura ha deciso di svolgere degli accertamenti. Sono in tanti ad interessarsi a questa vicenda. Marco Pantani è rimasto nel cuore di tanti tifosi ed è normale che intorno a questo caso ci sia grande interesse”.