L’intervista alla Deputata Laura Boldrini per la 22esima Giornata Internazionale per la eliminazione della violenza contro le donne
La disuguaglianza di genere non è una priorità dell’Italia e dell’Europa. Ne abbiamo parlato oggi con Laura Boldrini, ex Presidente della Camera e deputata PD. La Boldrini, che coordina l’intergruppo alla Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità, ha parlato in esclusiva a Notizie.com della sua testimonianza nel processo contro Raffaele Riefolo, che nel 2014 la minacciò via mail:
“Ho deciso di non lasciar correre quando ricevo delle minacce violente o delle offese pesanti – racconta la Boldrini – specialmente a sfondo sessista. Ho deciso di denunciare queste persone, altrimenti si consente a chiunque di permettersi queste libertà. E invece, in uno stato di diritto, se qualcuno minaccia, insulta o infama un’altra persona se ne deve assumere la responsabilità. Lo faccio per me, ma anche per tutte quelle donne che si trovano nella mia condizione e magari non hanno i mezzi o il coraggio di denunciare. C’è una strategia dietro questo modo di rivolgersi alle donne, cioè quella di intimidirle e di scacciarle dalla sfera pubblica e dalla sfera politica, e questo non possiamo permetterlo”.
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Da inizio anno, sono stati commessi 109 femminicidi. Ma in che modo si sarebbero potute evitare queste morti? “È difficile fare un ragionamento generale – prosegue l’ex Presidentessa della Camera – bisogna valutare caso per caso. Certo è che le misure cautelari che esistono per legge, spesso, o non vengono applicate, e quando vengono applicate manca un monitoraggio assiduo. Bisogna fare un buon lavoro di formazione dei giudici, delle forze dell’ordine e di chiunque si occupi di violenza. E poi, ci deve essere più controllo: il fenomeno non lo debelleremo mai solo lavorando sull’aspetto penale”
Nel corso dell’intervista concessa a Notizie.com, la Boldrini ha parlato anche della Convenzione di Istanbul sui diritti delle donne, oggetto di un recente incontro: “Abbiamo parlato della situazione attuale, e della Convenzione che purtroppo ancora non è stata firmata da tutti gli stati membri della Unione Europea e neanche dalle istituzioni europee. La Convenzione è una pietra miliare per i diritti delle donne – prosegue la deputata – perché la violenza sulle donne non è solo un fatto privato, ma una questione che riguarda lo Stato e la violazione dei diritti umani e non può, oggi, essere rimessa in discussione. Invece ci sono Paesi come la Polonia che vorrebbero uscirne, così come la stessa Turchia, dove la convenzione è stata firmata. Viviamo un tempo in cui i diritti non sono affatto scontati, e questo dovrebbe mettere tutti in guardia”.
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Laura Boldrini ci ha raccontato anche della recente pubblicazione Questo non è normale per Chiarelettere Edizioni: “Tratta di tutte le cose che accadono nel nostro Paese a danno delle donne, ogni giorno, che vengono considerate normali perché si ripetono. In verità, non sono affatto normali, sono delle disfunzioni, delle distorsioni di questo sistema, su cui si basa la nostra società. Voglio dire alle donne e agli uomini che leggeranno questo libro di fare attenzione a capire che certe modalità sono frutto di retaggi culturali di pregiudizi, di stratificazioni di preconcetti ai danni delle donne. Il mio saggio è uno strumento per prendere atto di un problema serio, uno stimolo a reagire, a non accettare più quello che ci dà fastidio e ci discrimina; per dire che questa è una battaglia di civiltà per il Paese”.
“Ho voluto dedicare il libro agli uomini che sanno voler bene alle donne – spiega Boldrini – a quelli che le rispettano e le valorizzano, perché noi abbiamo bisogno che loro siano al nostro fianco, che scendano in campo con noi: la violenza è un problema degli uomini, di tutti quegli uomini che ritengono che la donna sia un oggetto di proprietà. Gli uomini che si discostano da questa visione (e sono la gran parte) si devono far sentire. Il violento è spregevole quanto lo è il mafioso, il pedofilo, il terrorista. Ci deve essere più stigma sociale verso questi personaggi e non un occhio di riguardo, o di comprensione, a dire ‘eh, però lei se l’è cercata, lei è esasperante’: questo pensiero non è più accettabile”.
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La soluzione ideale, in realtà, sarebbe quella di intensificare l’educazione così da insegnare certi precetti fin dall’infanzia: “Va fatto un lavoro culturale nelle scuole, nei primi anni di vita – continua la Boldrini – gli uomini devono capire che non possono arrogarsi il diritto di schiacciare la libertà delle donne, di soffocare la loro autonomia al punto da arrivare a maltrattarle e ucciderle. Se non cambia la testa degli uomini, non cambierà nulla. Bisogna cominciare a lavorare con i giovani, per far capire questo concetto che sembra semplice ma invece è ancora molto osteggiato.