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ESCLUSIVA – Maradona, Bianchi racconta: “Mano de D10S nasce in allenamento”

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Daniele Rocca

L’ex allenatore del Napoli, a un anno dalla scomparsa di Maradona, ha voluto rendere omaggio al numero 10 argentino.

L’ex allenatore del Napoli Ottavio Bianchi (Getty images)

Un anno fa la notizia drammatica dall’Argentina: Dio è morto. Non si tratta di blasfemia se il soggetto in questione è Diego Armando Maradona. La scomparsa prematura del più forte calciatore mai esistito ha sconvolto tutto il mondo, lasciando un vuoto nelle vite degli argentini e dei napoletani. Due popoli uniti dall’amore sconfinato per El Pibe de Oro, un simbolo più che un uomo.

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Chi è rimasto particolarmente legato alla figura di Maradona è Ottavio Bianchi, colui che ha avuto il privilegio di vedere da vicino le gesta del più grande di tutti. “Per me è un giorno difficile – ha confessato in esclusiva ai microfoni di Notizie.comAllenare Diego è stata la cosa più bella di questo mondo. Me lo ricordo divertirsi come un bambino: gli davi il pallone, per lui era il suo giocattolo, non lo lasciava più. Ricordo i suoi occhietti furbi ogni volta che lo teneva tra i piedi. Ho vissuto quell’esperienza con tutto me stesso“.

Maradona e il ricordo di Ottavio Bianchi

Insigne e la dedica a Maradona

Ce ne sarebbero un milione da raccontare, ma quando gli viene chiesto quale sia stato il gol più bello segnato da Maradona, Ottavio Bianchi spiazza tutti. “Quelli segnati in allenamento“, risponde l’ex allenatore del Napoli. “Io avevo la fortuna di vederli tutti in anteprima. Le punizioni, le volte in cui dribblava tutto il mondo e segnava, persino i gol di mano. Lui ci provava sempre, e io glieli annullavo tutti per partito preso. Ci divertivamo un sacco a prenderci in giro, lui voleva sempre vincere. Lui era lo stesso sia davanti a 100 mila persone che in allenamento“.

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Tutto il mondo in un giorno così triste ricorda il talento del numero 10 per eccellenza. Anche il Napoli ha reso omaggio con un tributo, non potrebbe essere altrimenti. La speranza di Bianchi è di vedere altri calciatori giocare con lo stesso sentimento di Diego: “Uno così ne nasce uno ogni cento anni – prosegue – Spero di vedere altri trasmettere quella gioia che era in grado di trasmettere lui. Come un musicista, come un pittore. Anche se stiamo parlando di sport, in questo caso dobbiamo fare i conti con l’arte. Di tutto il resto non voglio parlare. Riprendo quella che fu una dichiarazione di Signorini, suo preparatore e agente: “Con Diego faccio il giro del mondo, con Maradona neanche quello dell’isolato“.

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