Operazione portata avanti dalla Guardia di Finanza per strane plusvalenze: su 62 movimenti osservati dalla Covisoc in serie A ben 42 sono dei bianconeri
Una bomba lanciata direttamente dall’edizione on-line del “Corriere della Sera“. La Guardia di Finanza, secondo il quotidiano milanese, è entrata nella sede della Juventus per requisire dei documenti e verificare il movimento di circa 50 milioni di euro nelle ultime tre sessioni di calcio mercato. Un’operazione che, pare, vada avanti da almeno sei mesi e venuta fuori nelle ultime ventiquattro-quarantott’ore, con il blitz negli uffici di Torino della società bianconera.
L’inchiesta portata avanti dalla GdF cerca di scoprire e di andare a fondo su alcuni movimenti che avrebbe fatto la società juventina nelle ultime due sessioni di calciomercato, tanto è vero che la Juve è finita sotto inchiesta, ma, almeno secondo il quotidiano milanese, ci sarebbero anche altre società nel mirino.
Il blitz della Guardia di finanza alla Continassa, per una ipotesi di accusa avanzata direttamente dalla Procura di Torino. Sotto la lente di ingrandimento plusvalenze e movimenti di mercato delle ultime tre sessioni della Juventis, 2019, 2020 e 2021. Gli agenti della GdF sono stati nella sede del club bianconero nella serata di giovedì per acquisire documenti per provare il falso in bilancio e false fatturazioni. Nella lente d’ingrandimento sono finite anche altre operazioni tra cui il trasferimento di Osimhen dal Lille al Napoli, ma su 62 operazioni osservate ai raggi X dalla Covisoc ben 42 sono quelle che riguardano la Juventus, con trasferimenti che hanno fatto circolare realmente delle somme molto inferiori ai benefici a bilancio che i trasferimenti hanno poi effettivamente prodotto, tra cui anche quella di Pjanic al Barcellona per avere Arthur.
In questa inchiesta sono indagati il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici (ora al Tottenham) e altri tre dirigenti ed ex dirigenti bianconeri dell’area finanziaria. Gli accertamenti, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, hanno in oggetto “proventi da gestione diritti calciatori” per movimenti di circa 50 milioni di euro. Insomma, le plusvalenze derivate dalla compravendita dei giocatori. L’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri Mario Bendoni, Cirio Santoriello e dall’aggunto Marco Gianoglio, arriva dopo gli accertamenti già compiuti da Consob e Covisoc. E non è escluso che l’inchiesta possa andare a colpire altre squadre che hanno fatto affari con la stessa Juventus.
“Dal pomeriggio odierno, su ordine di questa Procura della Repubblica, militari della Guardia di Finanza stanno eseguendo perquisizioni locali presso le sedi di Torino e Milano della società Juventus Football Club S.p.a.. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Torino, delegati alle indagini, sono stati incaricati di reperire documentazione ed altri elementi utili relativi ai bilanci societari approvati negli anni dal 2019 al 2021, con riferimento sia alle compravendite di diritti alle prestazioni sportive dei giocatori, sia alla regolare formazione dei bilanci. Allo stato, le attività sono volte all’accertamento di ipotesi di reato di false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, nei confronti del vertice societario e dei direttori delle aree business, financial e gestione sportiva”.
“Al vaglio vi sono diverse operazioni di trasferimento di giocatori professionisti e le prestazioni rese da alcuni agenti coinvolti nelle relative intermediazioni. È altresì ipotizzato a carico della società il profilo di responsabilità amministrativa da reato, previsto qualora una persona giuridica abbia tratto vantaggio dalla commissione di taluni specifici illeciti. A tutela del mercato finanziario, le perquisizioni sono state avviate successivamente alla chiusura delle contrattazioni settimanali di Borsa italiana […]. L’indagine, denominata “Prisma”, ha avuto avvio nel maggio 2021 ed è affidata ad un pool di Magistrati del Gruppo dell’Economia, composto dai Sostituti Procuratori Ciro Santoriello, Mario Bendoni e dal Procuratore Aggiunto Marco Gianoglio, avvalendosi anche di attività tecniche di intercettazione di comunicazioni”