Parla l’ex dirigente bianconero, condannato ai tempi di Calciopoli ma simbolo dell’inchiesta stessa che creò un terremoto
E’ stato in cima, tra i più potenti, se non il più potente e influente dirigente della storia del calcio italiano, ma poi c’è stato Calciopoli, l’inchiesta terremoto che ha cambiato il mondo del pallone, e la sua è stata una discesa inesorabile. Ora, dopo anni di silenzi e di lotte legali per difendersi, Luciano Moggi è rientrato in qualche modo, ma non come dirigente, bensì come opinionista e commentatore. Il calcio, e soprattutto il mercato, come lo conosce lui, non lo conosce nessuno. Si dice anche che qualcuno ogni tanto lo chiami per avere dei consigli, lui fa orecchie da mercante e sorride sornione.
Un po’ meno sul caso esploso nelle ultime ore in casa Juventus e sull’inchiesta sulle plusvalenze delle ultime tre sessioni di mercato. Una bomba. E Luciano Moggi a Notizie.com, spiega il suo pensiero: “Un po’ sorrido, ma amaramente e non certo perché sta succedendo questa cosa anche perché ne so poco, ma solo perché attaccare la Juve ormai è un vero e proprio sport nazionale. Non c’è niente da fare, quando accadono cose incredibili ad altri, si tende, non dico a sminuire, ma a fare attenzione ai toni, quando ci sono i bianconeri di mezzo, sembra quasi non si veda l’ora. Era cosi ai miei tempi, è così anche ora…”
Non ha una gran voglia di parlare di questa situazione, anche perché non ne sa molto, ma sembra quasi si voglia mettere in una posizione di difesa nei confronti della sua ex società. “Ho letto un po’ qua e là – spiega a Notizie.com – e non vorrei esprimere giudizi perché mi piace documentarmi e capire bene cosa è successo e cosa appuntano alla Juventus e ai suoi dirigenti. Non voglio fare come gli altri hanno fatto con me, visto che, quando toccò a me, puntarono subito il dito nei miei confronti, dicendo cose riprovevoli che non stavano né in cielo né in terra”.
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Nella sua lunga carriera, interrotta forzatamente nel 2006 per lo scandalo Calciopoli poi condannato nel 2013 a due anni e quattro mesi e radiato dalla Figc, è stato dirigente non solo della Juve, ma anche del Napoli, del Torino e della Lazio. Da lui andavano tutti, chi più chi meno. Ha avuto a che fare con diverse situazioni processuali, non solo legate a Calciopoli.
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Una che riguarda anche il bilancio della Juve, tanto che Il 14 settembre 2010 insieme a Giraudo, Bettega, Blanc e Cobolli Gigli è stato prosciolto dall’accusa di violazioni fiscali sui bilanci della Juventus dal 2005 al 2008. “MI meraviglio che gli altri si meraviglino di queste situazioni – conclude Moggi a Notizie.com -, ma lo ripeto voglio documentarmi prima bene, cercando di capire di cosa è accusata la Juve e cercare di sapere, leggendo bene le carte, se c’è solo la Juve…”.