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Cronaca

Caso Ciro Grillo: i 4 accusati andranno a processo

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Paolo Colantoni

Il Giudice per le udienze preliminari ha deciso il rinvio a giudizio per il figlio del fondatore del Movimento 5Stelle

Ciro Grillo, a processo con altri tre amici (Instagram)

Ciro Grillo, figlio di Beppe, comico e fondatore dei 5 Stelle, e i suoi tre amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia saranno processati, con rito ordinario, per violenza sessuale di gruppo. Questa la decisione del giudice per le udienze preliminari del tribunale di Tempio Pausania, Caterina Interlandi. La prima udienza del processo è stata fissata per 16 marzo del 2022.

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“Il nostro impianto accusatorio ha retto“, ha commentato il pm Gregorio Capasso uscendo dal tribunale dopo il verdetto del gup. Soddisfatta ma “non felice perché la mia assistita sta soffrendo ancora molto” Giulia Bongiorno, legale della ragazza italo-norvegese che denunciò i quattro, raccontando di essere stata costretta ad avere un rapporto sessuale con uno di loro e di essere poi stata violentata a turno per tutta la notte da ognuno dei quattro, che hanno invece sempre parlato di rapporto sessuale consenziente. La vicenda risale al 2019. Secondo l’accusa i fatti  avvennero nella residenza estiva di Beppe Grillo in Costa Smeralda, a Cala di Volpe, dopo una serata passata a bere e ballare a Porto Cervo. Otto giorni dopo la ragazza denunciò la violenza. L’amica che era con lei quella notte venne fotografata con i genitali di tre dei quattro imputati appoggiati sul volto mentre dormiva.

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Giulia Bongiorno: “Un accanimento mai visto”

Giulia Bongiorno, legale della ragazza che ha accusato i 4 – GettyImages –

Forse mai ho assistito a questa volontà di sgretolare atti che hanno un significato ben preciso. Un accanimento nei confronti della mia assistita, messa sotto accusa, e non mi riferisco ai difensori ma a quello che ho letto sui giornali – ha dichiarato Giulia Bongiorno, legale della ragazza – Per la mia assistita è pesantissimo quello che sta subendo, deve tenere la tv spenta e le arrivano sul telefono pezzi di articoli di giornali. Sono stati diffusi il suo nome e cognome, una campagna che non avevo mai visto. Ero stufa di leggere pezzettini di atti probatori, oggi la giudice ha dato una risposta. Non sono certo felice perché la mia assistita sta soffrendo, ma sono soddisfatta. Questa mattina quando sono arrivata pioveva moltissimo, poi ho visto l’arcobaleno, e mi ha fatto pensare che anche le cose più difficili poi possono in qualche modo fare tornare il bello”.

 

 

 

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Paolo Colantoni