Dalle carte dell’indagine escono fuori cifre e indiscrezioni incredibili. Spuntano anche intercettazioni tra i dirigenti
Il ruolo di Paratici e Agnelli. Le plusvalenze che sono servite per coprire perdite ingenti nel bilancio. Dalle carte dell’indagine della Procura di Torino e della Guardia di Finanza emergono dettagli sempre più importanti. L’indagine ha portato la Procura ad indagare sei persone, tra cui il presidente bianconero Andrea Agnelli Fabio Paratici (ora al Tottenham) e Pavel Nedved. Secondo gli inquirenti, attraverso il sistema delle plusvalenze sulla compravendita dei giocatori, la Juventus ha generato un “ricavo di natura meramente contabile e in ultima analisi fittizio” mascherando perdite di esercizio. Le cifre sono impressionanti: 39 milioni anziché 171 milioni nel 2019, 89 milioni anziché 209 milioni nel 2020, 209 milioni anziché 240 milioni nel 2021. Questa l’ipotesi su cui stanno lavorando la procura di Torino e la Guardia di Finanza con l’operazione ‘Prisma’.
LEGGI ANCHE: Indagine sulla Juve: spunta il nome di Ronaldo: cifre incredibili
Il ruolo di Paratici e Agnelli: le intercettazioni
Fabio Paratici, ex Chief football officer della Juventus, sarebbe, secondo la Procura, “l’artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze”, ma il Cda della società bianconera, e “in primis il presidente Andrea Agnelli”, era “ben consapevole” della sua condotta. Questa è l’ipotesi sulla quale stanno lavorando la Guardia di Finanza e la Procura di Torino nell’inchiesta sui conti del club. Gli inquirenti si sono avvalsi di numerose intercettazioni telefoniche, dalle quali si ricava che negli ambienti della Juventus era chiaro che le difficoltà non derivavano soltanto dall’emergenza sanitaria: in una conversazione si sente dire “sì ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene”.
LEGGI ANCHE: Clamoroso, Juventus indagata per falso in bilancio, nomi grossi nell’inchiesta
“Hanno chiesto di fa’ le plusvalenze”, “che almeno Fabio (Paratici, ndr), dovevi fa’ le plusvalenze e facevi le plusvalenze”. E’ una delle intercettazioni finite nell’inchiesta della Procura di Torino sui conti della Juventus. Per i magistrati che indagano Paratici, al vertice dell’area sportiva fino a giugno 2021, era l’artefice della “pianificazione preventiva” delle plusvalenze, di cui i vertici del club e “in primis il presidente Andrea Agnelli”, erano ben consapevoli.
Juve, si indaga sulle “operazioni a specchio”
Tante le operazioni sotto la lente d’ingrandimento della Procura, che sta analizzando le cosiddette trattative “a specchio”. Tra queste anche l’acquisto dall’Olympique Marsiglia del ventenne Marley Akè per 8 milioni di euro, in cambio della cessione alla stessa cifra di Franco Tongya, 19enne nato a Torino da genitori camerunensi e cresciuto nel vivaio della Juventus. La Procura e la Guardia di Finanza intendono fare luce anche sulle numerose cessioni di giovani calciatori dell’Under 23 “con corrispettivi rilevanti e fuori range” rispetto a calciatori del medesimo livello e categoria. Come Alejandro Marques Mendez, attaccante spagnolo ventenne ora in prestito al club spagnolo CD Mirandés, acquistato dal Barcellona per 8,2 milioni di euro, in cambio del centrocampista brasiliano 23enne Matheus Pereira valutato 8 milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti anche le cessioni e le acquisizioni effettuate in prossimità della scadenza contrattuale, come nel caso dell’acquisto per 18 milioni di euro di Nicolò Rovella dal Genoa, con contestuale cessione allo stesso Genoa di Manolo Portanova per 10 milioni e di Elia Petrelli per 8 milioni.
LEGGI ANCHE: Su Amazon Prime la serie sulla Juventus, Agnelli contro Sarri
Ronaldo,la carta privata e l’Atalanta
Il nome di Ronaldo è uscito nelle carte dell’inchiesta perchè è spuntata una “carta famosa che non deve esistere teoricamente”. Si tratta, secondo quanto si è appreso, di una scrittura privata relativa ai rapporti economici fra la Juventus e Cristiano Ronaldo che la Guardia di Finanza, su indicazione della procura di Torino, ha ricevuto l’incarico di cercare e recuperare. L’esistenza del documento, sempre secondo quanto si è appreso, è stata ipotizzata per via del contenuto di una conversazione intercettata dagli inquirenti. Il calciatore, comunque, non risulta indagato.
Tra le carte dell’inchiesta spunta anche una scrittura privata attestante la sussistenza di un “obbligo non federale” a carico dell’Atalanta, nell’ambito della doppia operazione di trasferimento dei calciatori Merih Demiral e Christian Romero, tra le carte che la Guardia di Finanza ha ricevuto l’incarico di cercare e recuperare. E’ quanto emerge dall’inchiesta della procura di Torino sui conti della Juventus.