Dopo cinque mesi di lavoro il tecnico toscano non è riuscito a dare una vera identità alla sua squadra, crollata a Napoli sotto i colpi di Mertens
La Lazio di Sarri si sfalda di fronte al Napoli di Spalletti. In un ambiente caldissimo, con lo stadio Maradona gremito per ricordare il fuoriclasse argentino, la squadra partenopea domina, chiudendo la partita in mezz’ora, grazie alle reti di Zielinsky, alla splendida doppietta di Mertens e alla rete di Fabian Ruiz. La vittoria consente al Napoli di allungare in vetta alla classifica creando il primo solco con le rivali: più tre sul Milan e più quattro sull’Inter.
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La gara di Napoli, oltre ad esaltare le qualità della formazione partenopea, amplifica, anzi ingigantisce i problemi biancocelesti. Dopo cinque mesi di lavoro (iniziato a Luglio) la mano di Maurizio Sarri ancora non si vede. Se è vero, come qualcuno ha fatto notare alla vigilia della gara di Napoli, che il sarrismo è nato e morto sotto l’ombra del Vesuvio, è anche vero che la squadra biancoceleste in quattordici giornate non ha praticamente mai esaltato. Tra il sarrismo e una squadra in piena difficoltà, i tifosi biancocelesti speravano di vedere almeno una via di mezzo.
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Lazio, dov’è il sarrismo?
Sarri, alla vigilia della stagione, ha fatto capire che il processo di cambiamento necessitava tempo e pazienza. Ma a dicembre pochi si aspettavano di vedere una squadra così in difficoltà. In estate molte squadre hanno cambiato allenatore. Alcune hanno dato vita a vere e proprie rivoluzioni. Poche formazioni sembrano così indietro come la Lazio di Maurizio Sarri. Se la Fiorentina ha preso sin da subito le sembianze di Italiano, se il Napoli ha impiegato poco tempo a seguire Spalletti e la Roma si è trasformata nella squadra perfetta per Mourinho, la Lazio non ha mai dato la sensazione di essere una creatura studiata, programmata ed esaltata dagli schemi del nuovo allenatore.
Sarri dall’inizio del campionato si è fatto notare per una lunga serie di battaglie: contro chi gestisce il terreno dello stadio Olimpico, contro la Lega per i calendari, contro l’Associazione Italiana Calciatori. Ma sul campo non è riuscito a trasmettere alla squadra le sue idee. Qualcuno, dopo il ritiro post sconfitta di Verona, sperava di aver trovato la chiave di volta. La squadra (vittoriosa con Inter e Salernitana e fermata solo nel finale da Atalanta e Marsiglia) aveva regalato almeno un briciolo di compattezza. Che si è completamente sgretolata dopo la sosta. La batosta di Napoli mette la Lazio di Sarri di fronte ad un bivio: serve una svolta, per provare a dare un senso ad una stagione che fino ad oggi ha regalato troppe delusioni.