Roberto Rambaudi e Vincenzo D’Amico provano a spiegare i recenti risultati negativi della squadra biancoceleste
Sei gol subiti e zero fatti. Contro Juventus e Napoli la Lazio di Maurizio Sarri ha palesato enormi difficoltà nel costruire gioco e nel fare risultati. Due battute d’arresto che allontanano i biancocelesti dalla lotta al quarto posto e lasciano forti dubbi sul valore della squadra e sul lavoro del tecnico. Sarri ha iniziato a plasmare la sua creatura da luglio. Ma la sua mano sembra ancora impercettibile. Difficile trovare nella Lazio di oggi tracce di sarrismo. Ancor più complicato provare a immaginare aspetti positivi.
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“Così non va e non parlo solo della gara di ieri. La Lazio deve cambiare qualcosa – afferma in esclusiva a Notizie.com Roberto Rambaudi, ex attaccante della Lazio targata Zeman – altrimenti questa stagione rischia di diventare uno stillicidio. La Lazio non è squadra. Prova a fare cose che non ha nelle corde. Il tecnico deve trovare il modo di far esprimere al meglio i suoi giocatori. Se ho un bomber da 30 gol come Immobile, uno che potenzialmente ha 20 assist come Luis Alberto, devo farli giocare sfruttando le loro caratteristiche. Devo farli rendere al meglio, non farli faticare, rincorrere gli avversari”.
Rambaudi e D’Amico: “Sarri, cambiamo qualcosa”
Rambaudi prova ad immaginare soluzioni alternative al solito copione . “Di soluzioni ce ne sono diverse, ma il tecnico deve inventarsi qualcosa. Un esempio? Spostare Luis Alberto dieci metri più avanti può essere una soluzione. Farlo giocare alla Insigne, mettendo un centrocampista che corre di più come Basic a centrocampo. Poi faccio un’altra richiesta all’allenatore: proviamo finalmente un mancino a sinistra. Lo chiedo da inizio stagione: Radu può fare una partita da terzino sinistro? Facendo cose semplici? Tutto questo in attesa del mercato di gennaio, quando bisognerà dare una mano all’allenatore“. Per Rambaudi “sorprendere la Lazio sta diventando semplice, la squadra pressa male e con un cambio gioco ogni squadra avversaria può mettere in condizione l’attaccante esterno di mettere in difficoltà il terzino. Questa cosa succede troppo spesso. Bisogna trovare qualche soluzione. Questa squadra è sempre stata abituata ad alti e bassi. Ma mai così. Prima c’erano dei cali dopo sei, sette prestazioni importanti. Ora si perde la testa dopo una partita buona“.
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Dello stesso avviso anche Vincenzo D’Amico, campione d’Italia con la Lazio del 1974. “Mai avrei immaginato che a questo punto del campionato la Lazio avesse così pochi punti e con una squadra che non ha ancora un vero volto. Ero e sono ancora convinto – dichiara in esclusiva a Notizie.com – che la Lazio abbia preso un grande allenatore, ma sta trovando delle difficoltà a farsi capire. Il cambio modulo può aver sconvolto qualcuno”. D’Amico però pensa che il vero problema sia un altro. “Credo che qualche giocatore abbia avuto un rifiuto. Non all’arrivo di Sarri, ma alla possibilità di cambiare uno spartito al quale era abituato da anni. C’è nella Lazio qualche giocatore che si esaltava con il vecchio gioco e oggi non riesce a riproporsi con un modulo e uno spartito diverso. Solo Sarri può sapere come vanno riparati certi guasti. Io ho fiducia in lui, ma bisogna fare in fretta”.