Walter Ricciardi, consulente del Ministro della salute Roberto Speranza, ha parlato dell’efficacia dei vaccini sulla nuova variante
Quanto si sta diffondendo la variante Omicron? Quanto è contagiosa e pericolosa? E soprattutto: i vaccini sono in grado di contrastarne l’efficacia? Domande che da diversi giorni (da quando la nuova variante si è diffusa in Mozambico), accompagnano trasmisisoni televisive, rotocalchi quotidiani e telegiornali. Il mondo scientifico (come spesso è accaduto) si divide, tra chi è convinto che gli attuali vaccini siano in grado di contrastare la potenza della nuova variante (anche alla luce dei primi riscontro sui pazienti risultati positivi ai tamponi) e chi preferisce prendere tempo.
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Interpellato sull’argomento, Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della salute Roberto Speranza, ha rilasciato dichiarazioni piuttosto chiare, mantenendo una posizione di attesa, ma regalando una presa di posizione abbastanza netta anche alla luce dei primi test effettuati sui pazienti trovati positivi.
“Per dire la parola fine ai dubbi sulla variante Omicron dobbiamo aspettare ancora due settimane. Sul piatto ci sono elementi positivi e negativi. Un elemento negativo è la contagiosità, cioè il fatto che questa variante in Sudafrica sia passata dall’1% dei casi al 30% dei casi in meno di due settimane”. Mentre, secondo Ricciardi, “l’aspetto positivo è che sembra non eluda i test, quindi siamo ancora in grado di diagnosticarla e presumibilmente, se questo funziona per i test, dovrebbe funzionare anche per il vaccino”.
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Sull’argomento è arrivata, anche la dichiarazione dell’Ema. Per l’agenzia europea del farmaco, “dai dati che vediamo su Omicron i vaccini autorizzati sono efficaci e continuano a salvare le persone da forme gravi e dalla morte. Anche se la nuova variante si diffonderà di più, i vaccini che abbiamo continueranno a garantire protezione“, ha detto la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke, nella sua replica al Parlamento europeo. La responsabile Ema ha poi aggiunto: “Se per affrontare l’Omicron dovessimo adattare i vaccini, siamo nella posizione di approvarli in tre-quattro mesi”. Ma prima occorre stabilire “se serve l’adattamento”.