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Cronaca

Carabiniere accoltellato a Torino, parla la vedova di Mario Cerciello Rega

Published by
Chiara Feleppa

Rosa Maria Esilio, vedova del carabiniere Mario Cerciello Rega, commenta così la vicenda del Brigadiere Capo Maurizio Sabbatino

Un dolore che si rinnova, una tragedia che si ripete, una sofferenza che non ha mai fine. La vicenda del Brigadiere Capo Maurizio Sabbatino, il miliare accoltellato e ferito a Torino mentre tentava di sventare una rapina in una farmacia di corso Vercelli nella prima serata di lunedì, ha riacceso non poche ferite nell’animo di Rosa Maria Esilio, vedova di Mario Cerciello Rega, ucciso mentre prestava servizio nel quartiere Prati a Roma nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019. Se Sabbatino sembra essere fuori pericolo e la sua storia può avere un epilogo mediamente felice, le pagine che hanno scritto la storia di Cerciello Rega sono state più amare e la favola si è conclusa con lacrime e fiori sulla tomba.

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Lo sa bene, Rosa Maria, che ha commentato all’Adnkronos quanto accaduto a Torino: “È stato doloroso venire a conoscenza di quest’altra tragedia, un altro colpo per chi sposa i valori del senso del dovere e della legalità, principi fondanti della vita di un carabiniere, un’altra sanguinosa aggressione verso quella divisa tanto amata. Sono fatti che ravvivano un dolore perpetuo, quello del sacrificio di mio marito Mario, barbaramente accoltellato, mentre svolgeva il suo servizio. Ho pregato e prego tanto che la Virgo Fidelis protegga il brigadiere capo Maurizio Sabbatino e mi stringo ai suoi familiari e all’Arma dei Carabinieri nell’auspicio di una pronta guarigione”, ha detto la vedova.

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La nota dell’Arma

Le condizioni del Brigadiere Capo Maurizio Sabbatino, sposato con due figli, restano gravi anche se, dopo l’operazione, i medici lo hanno dichiarato fuori pericolo di vita. Il militare è ricoverato nel reparto di Rianimazione del nosocomio torinese. Il Comandante Generale dell’Arma, il generale Teo Luzi, si è stretto intorno a lui, così come i suoi colleghi: “Il Brigadiere Capo Sabbatino è stato più volte accoltellato al torace e a una gamba mentre faceva ciò che è abituato a fare ogni giorno del suo servizio: lavorare con generosità e dedizione, oltre ogni sforzo, per affermare la legalità. Il suo coraggio e il suo senso del dovere sono nel solco della rotta segnata da tutti i Carabinieri quotidianamente impegnati nella dura battaglia per la tutela dei diritti. Dall’inizio dell’anno sono 1300 i militari dell’Arma che hanno subito resistenze e aggressioni. Un impegno assoluto nella consapevolezza di svolgere un servizio essenziale per garantire la sicurezza dei cittadini”, si legge in una nota dell’Arma.

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Chiara Feleppa