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Esclusiva – Rusconi: “Regole sulla Dad? Come al gioco dell’oca”

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Paolo Colantoni

Il presidente dei presidi del Lazio, commenta il repentino cambio di opinioni sulle quarantene nelle scuole

Stefano Rusconi, presidente dei presidi del Lazio in esclusiva a Notizie.com

Basta un solo positivo al Covid per far tornare tutta la classe in Dad. Anzi no. In meno di 24 ore è cambiata due volte la norma sulle quarantene a scuola, alimentando il caos nelle famiglie italiane e negli istituti. Le scuole sono state costrette a fare dietrofront: prima hanno ricevuto una circolare  congiunta Salute-Istruzione che, in ragione dell’aumento dei contagi e delle difficoltà nel tracciamento, sospendeva il programma di “sorveglianza con testing” in vigore da appena tre settimane. Poi hanno registrato lo stop, arrivato direttamente da Palazzo Chigi. Le regole restano quelle in vigore: tutta la classe andrà automaticamente in quarantena solo se ci sono tre positivi. Almeno per ora.

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Quello che è successo ieri in 24 ore mi ha ricordato il gioco dell’oca“, ha dichiarato in esclusiva a Notizie.com Mario Rusconi, presidente dei Presidi del Lazio. “Sarà che siamo in periodo natalizio,  ma sembrava che fossimo tutti dentro un gigantesco gioco, in cui bastava tirare un dado per ritrovarsi due caselle avanti e poi essere rispediti alla casella di partenza. Al di la della battuta, prima ci è stato detto che le classi sarebbero andate in didattica a distanza anche con un solo ragazzo colpito dal Covid, mentre a distanza di qualche ora è cambiato tutto. E’ intervenuto Palazzo Chigi direttamente sul Ministro dell’Istruzione. Quindi per i bambini entro dodici anni, servono almeno due ragazzi positivi per mettere in quarantena tutta la classe. Dai dodici ai diciotto anni, almeno tre”.

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Rusconi: “Imbarazzi e gravi problemi alle scuole”

Le scuole italiane nel periodo post Covid. Le regole sulla Dad fanno discutere

Rusconi non giudica le indicazioni del Governo, ma è stupito dalle modalità. “Io non ho strumenti per giudicare quale delle due impostazioni sia più valida, non ne ho le competenze, dico solo che siamo rimasti scottati di fronte al fatto che in 24 ore si passa da una regola ad un’altra. Tutto questo ha creato imbarazzi e gravi problemi nelle scuole”. Rusconi, ai nostri microfoni, continua: “Pensate agli istituti che hanno prima chiamato i genitori dicendogli di non portare i loro figli a scuola e poi sono stati costretti a richiamarli e a convincerli del contrario. Le famiglie reagiscono in maniera negativa. Non si sentono prese in considerazione, di fronte ad un modo ondivago di gestire le infezioni dentro le scuole. Probabilmente si mette anche a rischio il successo della diffusione del vaccino per i ragazzi dai 5 agli undici anni. Ed è l’aspetto che mi preoccupa di più”.

 

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