ESCLUSIVA – Cattini, Italia Paralimpica: “Un pezzo in meno, ma avanti tutta”

Il Capitano della Nazionale di Pesistica Paralimpica, nominato nel 2019 Ambasciatore per il Comitato Italiano Paralimpico, si racconta in un’intervista esclusiva: dall’incidente del 2008 ai Mondiali in corso a Tbilisi, passando per le Olimpiadi di Rio. 

Matteo Cattini
Matteo Cattini ieri è arrivato terzo tra gli atleti europei ai Mondiali a Tbilisi (Instagram)

Dice di essere nato due volte. La prima, quella scritta sulla carta d’identità, il 17 luglio 1984. La seconda nel 2008, a 24 anni, quando rimase coinvolto in un terribile incidente con la moto, una Yahama R6. Bianca e rossa, era bellissima. Un messaggio, il suo, da incartare e consegnare a tutti coloro che si fanno sopraffare dallo sconforto: “Sono rimasto appeso a un filo per 28 giorni, ero disposto a tutto, in quei momenti mi bastava vivere, tutto poi si sarebbe aggiustato col tempo….”. Non è rimasta una promessa vana, fatta sul letto dell’ospedale mentre lottava per scacciare la morte. Matteo Cattini, capitano della Nazionale di Pesistica Paraolimpica, ieri impegnato nel Mondiale che si sta svolgendo a Tbilisi, è diventato un ragazzo e un uomo diverso. Forse migliore. Sicuramente con una volontà d’acciaio che neanche lui immaginava di possedere: “Non sai mai dove ti potranno portare le cose che ti succedono, l’importante è reagire sempre, guardare avanti perché la vita è la cosa più bella che ci possa capitare. Ci ho messo 7 anni a lasciare le stampelle, volevo vivere e con tutto me stesso tornare alla normalità. Mi sono ripreso la vita con gli interessi, senza l’incidente non sarei mai andato alle Olimpiadi di Rio”.

LEGGI ANCHE QUESTO: Sport, l’allenamento fisico può combattere l’ansia

Il Mondiale in Georgia: “Sono contento, vicino al mio record”

Matteo Cattini mondiali sollevamento pesi
Matteo Cattini ieri ha disputato la sua gara ai Mondiali a Tbilisi (Instagram)

Il suo racconto inizia da lì, dai Giochi del 2016: “L’ho saputo 6 giorni prima della partenza per il Brasile, ho sfruttato una wild card, pensavo di non avere più speranze, però in cuor mio ci speravo ancora”, le sue parole in esclusiva alla redazione di notizie.com nella giornata internazionale delle persone con disabilità. “La Nazionale sarebbe partita il 30 agosto – prosegue – e la formalità della convocazione arrivò soltanto il 23. Ero entusiasta e allo stesso tempo teso, mi venne la febbre per l’emozione. Ora sono arrivato alla 24esima uscita con la Nazionale, per me è come se fosse sempre la prima volta”. Ieri l’ultima gara nei Mondiali in Georgia, categoria 72 chili: “È andata molto bene, purtroppo mi sono infortunato ad aprile e ci ho messo parecchio a riprendermi. Sono contento del risultato, peccato per la terza prova. Sono stato il terzo tra gli europei, il quindicesimo in totale, ha vinto un malese veramente forte”. Ha provato a sollevare 163 chili, ci è riuscito, ma è stato penalizzato da un errore tecnico. Alzata non valida, sarebbe stato il record personale (rimasto a 160 kg). 

Volontà d’acciaio: “Un pezzo in meno, ma sempre avanti”

Matteo Cattini Nazionale Pesistica Paralimpica
Matteo Cattini e la Nazionale Pesistica Paralimpica ai Mondiali a Tbilisi

Dedizione massima per centrare ogni obiettivo: “Mi alleno almeno 2 ore al giorno, naturalmente devo stare attento anche all’alimentazione. È un bel sacrificio soprattutto ora che abito a Roma, ci sono ristoranti di ogni tipo, è più difficile resistere alle tentazioni. Una nutrizionista ci segue, cerchiamo di fare attenzione, poi se siamo fuori dalle competizioni possiamo anche sgarrare senza esagerare”. Ha sviluppato una mentalità da campione per superare i momenti più complicati: “Il mio incidente risale al 2008, presi una buca in uscita di curva, la moto sbandò e si bloccò in una siepe. Volai in aria, presi un palo della luce con le gambe, me le sono falciate”. Non si è abbattuto, testa alta e spirito guerriero: “Le disgrazie accadono, l’importante è esserci. Ho perso amici per incidenti o malattie, se avessero potuto continuare a vivere, anche con un pezzo in meno, sarebbe stato meglio per tutti». Lo sport ha assunto un’importanza ancora maggiore: “Mi piaceva tantissimo andare in montagna o in palestra per potenziare il fisico. Quando ho avuto l’incidente ho pensato subito a come poter tornare a praticare sport. Prima non c’erano tutte queste informazioni su Google e YouTube, non era facile immaginare cosa avrei potuto fare con le protesi”.

LEGGI ANCHE QUESTO: ESCLUSIVA – Pallone d’Oro, Baresi: “Ecco chi avrei votato. Io potevo vincerlo”

La dedizione: “Ho provato il surf, voglio tentare con lo snowboard”

Matteo Cattini
Matteo Cattini, capitano della Nazionale di Pesistica Paralimpica, sorride sul gradino più alto del podio (Instagram)

Lo trovi sulla panca, cerchi sul suo profilo Instagram e lo vedi in costume con il surf in mano. La sua vita ha subìto un’accelerata invece di bloccarsi: “Ho fatto un tentativo nel surf e nell’immersione subacquea, sono stato a un festival in Toscana. Per me è stato un po’ complicato, però è stato veramente figo. Ora voglio provare la protesi da snowboard, mi piace ma non ho ancora fatto un test per i tanti impegni. Poi c’è sempre un pizzico di timore di potermi fare male e compromettere le successive gare con l’Italia”. L’intervista sta per finire, c’è tempo per i ringraziamenti sentiti, doverosi: “Il mio grazie va alla Federazione Pesistica (FIPE) e anche al Comitato Italiano Paraolimpico. Ci danno la possibilità di crescere, investono su di noi e sullo sport, sono due motori importanti di rinascita”. Lo dice il ragazzo nato due volte…

Gestione cookie