Il politico, primo disabile ad aver ricoperto un incarico di governo nella storia italiana, parla nella Giornata internazionale delle persone con disabilità: “Può essere una ricchezza. Ci sono tutte le normative, vanno solo rispettate”.
Giornata internazionale delle persone con disabilità. Il grido di dolore, quasi di protesta accorata, deve riecheggiare più forte che mai vista l’occasione: “Le leggi ci sono tutte, anche se il Covid ha un po’ scombussolato le carte”. Antonio Guidi, primo disabile ad aver ricoperto un incarico di governo nella storia italiana, ha parlato in esclusiva alla redazione di notizie.com. “Certe leggi vengono fatte rispettare. Invece quelle che riguardano i disabili, ad esempio sul collocamento lavorativo, sulle barriere architettoniche, sul diritto di cure e sulla previdenza sociale, sono considerate ‘deboli’ per persone ‘deboli’. Per questo sono meno rispettate”. Insomma, non servono altre normative: “Il governo attuale ha cercato di emanare una nuova legge sulla disabilità, non ce n’è bisogno. Il problema, semmai, è applicare quelle meravigliose leggi che già esistono. Come la 180 per la chiusura dei manicomi, anche la follia è una disabilità. Oppure la 104, che è la legge delle leggi”.
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Una maggiore applicazione migliorerebbe la situazione. Questione di rispetto: “Ho avuto la fortuna e l’onore di essere Ministro della Famiglia, ho girato il mondo, ho visto ammirazione in tutto il pianeta per il nostro impianto legislativo. Però, ripeto, il problema è quello di ottenere un maggiore rispetto personale. La persona con disabilità viene vista come un peso: il primo punto, quindi, è che noi disabili possiamo venire rispettati individualmente e a livello legislativo”. Eccoli, i tre punti fondamentali che per Guidi rappresentano il pieno diritto all’integrazione: “Amare ed essere amati senza pregiudizi, avere il diritto a un lavoro che non sia finto e poi allo sport, a cui io devo tantissimo anche a livello personale. In una recente intervista ho tentato di parlare anche della disabilità che può diventare una risorsa nella creatività e nella voglia di vivere. Purtroppo è drammatica l’incuria culturale e politica per la quale i disabili sono tendenzialmente relegati. C’è anche un grosso problema di informazione: molte persone con disabilità non conoscono i propri diritti e quindi non li fanno valere”.
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Guidi chiude rivendicando l’orgoglio da medico, come specialista in neurologia e neuropsichiatria infantile, e rilancia una riflessione sulla percezione esterna delle problematiche: “Per me la disabilità è una lente di ingrandimento delle ricchezze e dei problemi di tutti. Il lavoro viene poco riconosciuto, magari ci si commuove su quanto sia giusto aumentare le pensioni, e lo è quando sono adeguate al bisogno delle persone, mentre ci si straccia poco le vesti sulla questione lavoro, come se questo sia meno importante per le persone con disabilità. Mi si chiede spesso quale sia la cosa che mi ha reso più orgoglioso in vita – chiude -, io insisto nel dire che è stata quella di poter fare il medico e poter lavorare per tutti”. Chapeau.