Nell’ultima puntata de l’Arena, una delle ragazze coinvolte nello scandalo rilascia dichiarazioni scioccanti
Il mondo della prostituzione giovanile raccontato da chi lo ha visto con i suoi occhi. Nell’ultima puntata di Non è l’Arena, Massimo Giletti ha intervistato Marianna, una delle ragazze che ha fatto esplodere per prima il caso, che ha poi portato alla realizzazione di una serie tv su Netflix. Marianna ha iniziato a “vendersi” a quindici anni. Il suo racconto è stato oggetto di discussioni, dibattiti e critiche sul web.
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La puntata inizia con il racconto che la giovane ha fatto davanti agli inquirenti. Nel video si vede una giovanissima Marianna parlare ai pm e spiegare: “È partito tutto dalla mia migliore amica – ha dichiarato – così per caso mi disse: non pensi sia più bello non chiedere più niente a nessuno e avere la propria indipendenza? Siamo andati a vedere sui vari siti, c’erano annunci da baby sitter e dog sitter. All’inizio non ero molto interessata, mi chiedevo: chi vuole far lavorare una ragazzina di 15 anni? Chi la prende?”
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“Lei però – riprende Marianna riferendosi all’amica – ha letto un annuncio, su Bacheca annunci, che diceva: volete lavorare subito e guadagnare in poco tempo tanti soldi? Lei ovviamente ha cliccato. Io ho iniziato dopo, lei diceva di stare bene. Io le ho chiesto: ma non ti crolla il mondo addosso a fare certe cose? E lei mi dice: questo è il prezzo che devi pagare secondo me per avere quello che vuoi. Noi vogliamo tanto, penso tutti gli adolescenti… voglio la macchinetta, voglio quello, voglio quell’altro. Voglio troppo…”, concludeva Marianna.
Alla domanda della Polizia su “Cosa pensava mamma quando le davi questi soldi?”, Marianna spiega che la donna era convinta che lei spacciasse, e che non sapeva nulla di quello che in realtà faceva. Le loro condizioni economiche portavano la donna ad accettare i soldi senza fare troppe domande. Ma fino ad un certo punto, perchè poi (come ha spiegato Marianna a Giletti) , sua madre ha iniziato a ripeterle: “Quei soldi non te li sei guadagnati”.