A ridosso dell’uscita di West Side Story, Spielberg apre alla possibilità di sperimentarsi anche nel genere western.
Per quattro generazioni di ragazzi Steven Spielberg è stato il regista per eccellenza, quello a cui pensavi immediatamente quando sentivi la parola “cinema” e la sua arte ha contribuito ad elevare sensibilmente la reputazione culturale dei prodotti audiovisivi più squisitamente pop. Oltre alla disumana capacità di narrare per immagini, ad una intelligenza e una sensibilità fuori dal comune, si è sempre distinto per un’invidiabile versatilità. Una virtù piuttosto rara che , abbinata ad una diffusa e costante qualità nei diversi lavori, compone una filmografia straordinariamente varia, andando dal film di stampo bellico con Salvate il soldato Ryan (1998) alla fantascienza di Jurassic Park (1993), dal dramma storico di Shindler’s List (1993) alla sublime animazione di TinTin (2011).
Dopo aver spuntato anche la casella del musical con West Side Story, in uscita il 16 dicembre 2021, il regista di Jaws (1975) sembra ancora stimolato dall’esplorazione di ulteriori generi, e ha dichiarato questo nel corso di una recente intervista: “Il genere che non ho ancora approcciato è il Western. Quindi, chissà, forse uno di questi giorni mi metterò gli speroni, chi lo sa? Ne ho qualcuno in fase di preparazione in questo momento, ma chi può sapere quale progetto prenderà il sopravvento?”
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Elettrizzati all’idea, non possiamo far altro che cominciare a fantasticare su come questo magnifico artista riuscirà a sorprenderci un’altra volta, come quando eravamo solo dei bambini, estasiati dall’infinita magia del cinema.