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ESCLUSIVA – Braida: “Barcellona fuori? Dispiace, era una squadra mito”

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Carlo Roscito

L’ex ds dei blaugrana ripensa ai momenti d’oro del club, eliminato nella fase a gironi della Champions League dopo 20 anni: “Ora c’è il rischio di dire banalità, il Barca ha rappresentato il calcio. I tifosi arrivavano da tutto il mondo”.

Ariedo Braida si dice dispiaciuto per l’eliminazione dalla Champions del Barcellona

Il rispetto. Il rispetto, sempre. Anche nei momenti più bui, complicati, storici. Il Barcellona fuori dalla Champions League durante la fase a gironi, non accadeva da 20 anni: una notizia sbalorditiva, pensando a quello che è stato il club blaugrana, quello che ha vinto, quello che ha trasmesso a un’intera generazione cresciuta insieme ai fenomeni che hanno conquistato un trofeo dopo l’altro. Da Messi a Iniesta, passando per Xavi (adesso tecnico), Puyol, Eto’o, Henry ed è meglio fermarsi qui perché c’è il pericolo di dimenticarne troppe, di eccellenze del calcio. La redazione di notizie.com in esclusiva ha contattato Ariedo Braida, direttore sportivo del Barca dal febbraio del 2015 all’agosto del 2019, ora consigliere strategico della Cremonese. Ha vissuto l’epopea dei grandi campioni spagnoli, le emozioni provate battono senza dubbio anche gli addii dolorosi o polemici…

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L’eliminazione dalla Champions: “Ora si possono dire tante banalità”

Ariedo Braida nel 2011 ai tempi del Milan (Getty Images)

L’attualità parla di un’eliminazione cocente che si è concretizzata dopo la sconfitta netta contro il Bayern Monaco (3-0 firmato da Muller, Sane e Musiala) e la contemporanea vittoria del Benfica sulla Dinamo Kiev (2-0). Gruppo E chiuso al terzo posto dietro ai tedeschi, padroni incontrastati con 18 punti, e i portoghesi, saliti a 8, +1 sulla squadra di Xavi, subentrato in corsa a Koeman (esonerato lo scorso 28 ottobre). Sarebbe facile salire su un gradino e osservare il presente dall’alto verso il basso, magari ricordando il periodo illustre trascorso in Spagna. C’è invece il rispetto, appunto. Braida in un quadro del genere non vuole puntare troppo il dito su quanto successo ieri sera: “In questo momento c’è il rischio di dire tante banalità. Preferisco non espormi, voglio evitare, il presidente è un mio amico. Mi dispiace, questo sì”. La voce è sincera, non sente il minimo bisogno di rivendicare meriti o sparare a zero.

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“I tifosi venivano da tutto il mondo”

Il gol di Sane del 2-0 contro il Barcellona: tiro da fuori, Ter Stegen battuto (Getty Images)

Non possono però non tornare alla mente i successi centrati insieme: “Io ero orgoglioso di essere al Barcellona, orgoglioso! Ora mi dispiace veramente. Sono stato dentro questo club, il Barca ha rappresentato il calcio negli ultimi anni, era una squadra diventata mito”. Un’attrazione per tutti gli amanti dello sport ad altissimo livello: “I tifosi arrivavano da tutto il mondo i tifosi, venivano a compare la maglia di Messi. Adesso… è quel che è adesso. Purtroppo nella vita tutte le cose finiscono”. Non il rispetto, quello rimane per sempre.

 

 

 

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