Negli scorsi giorni Chico Forti è stato premiato ad Atreju 2021. Dal carcere in cui è detenuto da oltre vent’anni, continua la sua lotta
Da ventuno anni Chico Forti si trova detenuto in Florida con l’accusa di avere ucciso Dale Pike, la condanna da scontare per l’imprenditore italiano è quella dell’ergastolo. La sua vicenda giudiziaria ha da sempre destato grande attenzione, sia per i dubbi sulla reale colpevolezza di Forti (che da parte sua si è sempre dichiarato innocente) sia perché numerosi esponenti del mondo politico e della società civile si sono mossi per chiedere che possa continuare a scontare la propria pena nelle carceri italiane.
Tra questi ci sono anche gli aderenti a Fratelli d’Italia che, durante l’annuale kermesse di Atreju, hanno assegnato il primo premio Atreju dell’edizione 2021 a Chicco Forti. Durante la premiazione è stato trasmesso un videomessaggio di Forti dal carcere: “Sono emozionato per questo ambito premio e sono orgoglioso della mia terra madre – ha detto -. Sono orgoglioso dei politici che non hanno mai smesso di inviarmi lettere per rendermi gestibile. Sono orgoglioso del riconoscimento del mio voler continuare a vivere, produrre, creare e imparare, incurante delle limitazioni posta da queste mura“.
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“Ciò che noi chiediamo è che Chico Forti rientri in Italia, secondo i trattati internazionali. Continuiamo la nostra battaglia” afferma Walter Rizzetto, deputato di FdI intervistato in esclusiva da Notizie.com. “Ha una madre anziana e i suoi parenti si trovano nel nostro Paese. In questo momento la ministra Cartabia si sta muovendo bene, in modo accorto e intelligente e speriamo in una soluzione”. Il riconoscimento di Atreju è stato fisicamente consegnato nelle mani dello zio dell’imprenditore proprio da Rizzetto. “Durante la premiazione ho citato la parola Resilienza – dice Rizzetto -, un vocabolo troppo abusato di questi tempi, ma che ben calza alla situazione di Forti e della sua famiglia che da anni hanno ricevuto promesse non mantenute. Speriamo ora di riuscire a riportarlo qui al più presto”.
Giulio Terzi, ex-ministro degli Affari Esteri e tra i sostenitori della causa di Forti, risponde così alle domande poste da Notizie.com su quali siano le novità sulla possibilità di vederlo in Italia: “La definizione dei documenti necessari per il trasferimento era stata annunciata già un anno fa dal Governo. Vi sono le condizioni sia grazie alla buona condotta del detenuto sia per gli accordi internazionali – afferma Terzi -. Sembrava che i tempi fossero brevi, ma purtroppo stiamo ancora aspettando. So per certo che ci sono contatti recenti e continui tra i ministri della Giustizia dei due Paesi per portare a buon fine il trasferimento di Chico“.
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Terzi si lascia andare anche a un ritratto di Forti. Per l’ex-ministro si tratta di “un uomo che ha un’intelligenza particolare e grande cultura. Il premio assegnatoli ad Atreju 2021 vuole riconoscere il fatto che sia un esempio di coraggio nell’affermare la Giustizia. Si è sempre dichiarato uomo libero e innocente, lo ha fatto con talmente tanta determinazione che non ha mai presentato un’istanza di grazia al Presidente degli Stati Uniti, sebbene fosse nelle sue possibilità. Ha sempre evitato perché non ha mai voluto mettere in dubbio, neppure implicitamente, la sua innocenza. E la mia personale opinione è questa grazia avrebbe potuta ottenerla”.
La situazione familiare di Chico Forti non potrebbe accelerare la necessità del trasferimento per motivi umanitari? “Sì, sono evidenti a entrambi i Paesi, dopo oltre vent’anni di detezione lontano dal suo Paese e dopo una condotta eccepibile correlata da eventi culturali e formativi a cui ha partecipato” afferma Terzi. E sulla possibilità di chiedere un processo di revisione, dice: “C’è un grande lavoro portato avanti negli anni che sembra avere acquisito spessore negli ultimi tempi, ma si tratta di una situazione complessa. Una nuova prova o testimonianza viene decisa in maniera discrezionale dal giudice. I casi precedenti sono rari” sostiene l’ex-ministro degli Esteri.
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La politica non si è troppo sbilanciata lo scorso anno nel dire che il trasferimento fosse a un passo? “Lo sforzo fatto dal ministro Luigi Di Maio, al di là delle sue dichiarazioni, è stato importante e lo abbiamo ribadito anche durante Atreju. Quello di Chico è un caso talmente raro e complesso che serve l’aiuto di tutte le forze politiche, che in questi ultimi due anni si sono mosse positivamente, nessun leader politico si è tirato indietro. Anche la ministra Marta Cartabia sta lavorando con decisione. Oltre la politica bisogna ricordare che ci sono anche molti esponenti della società civile e associazioni che stanno lavorando duramente per aiutare Chico“.