Il senatore risponde piccato al virologo che aveva esultato su twitter per l’esposto andato a male da parte del politico: “E’ un bimbo d’asilo”
Botta e risposta. Piccata e velenosa. Non si è fatta attendere la replica del senatore ex Cinque Stelle, ora nel gruppo Misto, Gianluigi Paragone al virologo Roberto Burioni. Il politico è andato un po’ troppo nel personale, senza risparmiare colpi e prese di posizioni nei confronti dello scienziato che, nel suo tweet, aveva appena esultato perché l’esposto portato avanti da Paragone nei suoi confronti è miseramente affondato.
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L’antefatto. Paragone aveva presentato un esposto per un vecchio e pesante tweet di Burioni contro i no-vax. “Propongo una colletta per pagare ai No vax gli abbonamenti Netflix per quando saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci“. Parole che avevano fatto sobbalzare Paragone, talmente tanto da presentare un esposto all’ordine dei medici. Ma l’esposto non è andato a buon fine anzi, l’ordine dei medici ha deciso di non fare nulla.
“Burioni è come i bambini dell’asilo, ci dica quanto prende dalla Rai..”
Decaduto l’esposto, il virologo non ha perso tempo e ha fatto subito un tweet: “Ho una brutta notizia per il senatore Gianluigi Paragone. Il suo esposto presentato contro di me all’Ordine (dei medici, ndr) è stato archiviato. Quindi anche lui può prendere il suo esposto e infilarlo gagliardamente senza indugio alcuno e senza inutili timidezze nel cassetto degli esposti archiviati”. Tutto finito? Ma neanche per sogno.
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Il senatore incassa e subito risponde. Una questione personale: “Che l’esposto non venisse considerato era praticamente normale, sono i suoi colleghi, cane non morde cane. Quello che vorrei rispondere a Burioni, mentre si muove tutto agitato in televisione sembra tanto Wanda Osiris. E’ ormai diventato una sierovelina che si muove quasi tutto scosciato. Sembra un bambino dell’asilo per come risponde. Ci dica piuttosto quanto prende di soldi dalla Rai. In commissione l’avevamo chiesto, ma la produzione di Che Tempo che Fa non ha voluto farlo sapere, ma invece si dovrebbe sapere”