In tendenza su Twitter finisce l’hashtag Draghi in galera: social divisi sulle motivazioni, fra sostenitori del Premier e chi critica. La polemica dilaga, ecco i motivi.
Oggi è un giorno da cerchiare in rosso sul calendario della pandemia. La data in cui scatteranno gli obblighi di vaccinazione per professori, forze dell’ordine e sanitari. Una scelta dovuta all’incremento nella diffusione del Covid. É stata motivata con la necessità di somministrare le dosi al maggior numero di persone, soprattutto in alcune attività ritenute strategiche.
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Ecco quindi che la corsa al vaccino diventa più veloce, fra chi lo fa per scelta e chi fino a questo momento aveva detto no, scontrandosi però con un obbligo che non ammette repliche. I settori che incassano le decisioni del governo si spaccano quindi, e la polemica dilaga anche sui social. Diventa così virale un hashtag pesantissimo. Draghi in galera incassa quasi 9 mila commenti fra chi sostiene le decisioni del premier e chi è in aperta e asprissima polemica con gli obblighi imposti.
Gli hashtag Figliuolo e Draghi in galera stanno monopolizzando le tendenze su Twitter. Per il premier migliaia di commenti positivi ma anche critiche pesanti da chi incassa oggi l’obbligo di vaccinazione. Per molti una scelta chiara, dettata anche dalla crescita nei contagi e dalla necessità di allargare il numero di chi riceve le due dosi. Per altri invece una violazione della libertà netta, che in caso di mancato adempimento si trasforma in sospensione dal servizio senza stipendio.
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Commenti pesanti anche sul generale Figliuolo. La sua frase “Vaccinare anche nelle case” per molti è un monito a convincere anche i più scettici. Per altri quasi una minaccia. Come spesso accade quindi i social si dividono. Forse per diversità di vedute, ma anche per difetti comunicativi sui messaggi lanciati. E intanto fra le tendenze volano hashtag molto pesanti tutti legati al Covid, che ha monopolizzato il dibattito nelle ricerche del 2021.