%26%238220%3BSorrentino+un+estetizzatore%26%238221%3B%3A+ecco+il+neologismo+del+New+York+Times
notiziecom
/2021/12/15/sorrentino-un-estetizzatore-ecco-il-neologismo-del-new-york-times/amp/
Cinema

“Sorrentino un estetizzatore”: ecco il neologismo del New York Times

Published by
Leonardo Marcucci

“Estetizzatore” è il nuovo neologismo affibiato a Paolo Sorrentino dal famoso critico cinematografico Anthony Oliver Scott, capo della sezione critica cinematografica del New York Times.

L’ultimo film di Sorrentino, E’ stata la mano di Dio, è da oggi disponibile su Netflix e, dopo essere stato candidato ai Golden Globe 2022, viene inserito da A.O. Scott all’interno di un parallelismo con uno dei registi più emulati e venerati del novecento, Federico Fellini. Non è la prima volta in cui Sorrentino viene accostato al regista di , sia per argomenti trattati che per un costante citazionismo felliniano, divenuto ormai una vera e propria cifra stilistica del regista originario di Napoli. I punti di contatto sono innumerevoli e già da La Grande Bellezza, vincitore dell’Oscar per miglior film straniero nel 2014, critici e pubblico avevano evidenziato un sacrilego tentativo di portare La Dolce Vita (1960) di Fellini nel nuovo millennio. Una critica per certi versi aderente alla realtà, posta però in maniera goffa e imprecisa: nonostante sia evidente l’abbondante dose di ispirazione alle opere felliniane, il film di Sorrentino vive di una sua indipendente dignità artistica, portando semplicemente all’estremo una generale tendenza emulativa dei propri autori di riferimento, da sempre propedeutica alla forza creatrice di un artista. Una questione che lo stesso regista ha recentemente risolto con ammirevole onestà: “Lui era un genio. Tutti noi venuti dopo, incluso me, siamo solo dei volgari imitatori.

LEGGI ANCHE > Rimosso Johnny Depp, i fan ancora furiosi non piace il sostituto [VIDEO]

In linea con tali premesse A.O. Scott, dopo aver definito La grande Bellezza come La Dolce Vita di Sorrentino, sancisce E’ stata la Mano di Dio come il suo Amarcord, descrivendolo come “Un dramma autobiografico sensuale, triste e occasionalmente sublime”. Il critico continua affermando: “Quale che sia sordida, triste o grottesca la materia prima – dipendenza e violenza della mafia in ‘Le Conseguenze dell’Amore’, la mezza età di una rockstar in ‘This Must Be the Place’ o Silvio Berlusconi (‘Loro’) – Sorrentino è un estetizzatore compulsivo e sfacciato, capace di redimere l’orrore della realtà alchimizzandola in bellezza”.

LEGGI ANCHE > Pellicola o digitale? Anche Hollywood rimane divisa

Sperando che cotanta bellezza abbia investito anche i membri dell’academy, aspettiamo con ansia i prossimi Golden Globe per conoscere l’esito della meritata candidatura.

Published by
Leonardo Marcucci