Cyberbullismo, isolamento digitale, difficolta nel relazionare: il dottor Giuseppe Lavenia chiarisce gli aspetti di un allarme pesante. “Numeri in netta crescita, nuovi fenomeni preoccupanti. Serve educazione digitale”.
Servirà a semplificargli la vita o può condizionarlo? Lo regalerò oppure no? Quesiti che ogni famiglia si chiede, quando arriva il momento di dotare i propri figli di uno smartphone. Domande lecite in un mondo sempre più digitale. Si apre un universo nuovo quindi, anche per i più piccoli. Che nasconde insidie, disturbi, un microcosmo pieno di pericoli, che non va demonizzato, ma abbracciato e conosciuto in tutte le sue sfaccettature. Anche nei lati oscuri. Per capire meglio l’impatto del digitale sui ragazzi, e anche nelle fasce d’età più piccole, abbiamo chiesto l’autorevole parere del dottor Giuseppe Lavenia.
É psicoterapeuta e psicologo, docente presso l’Università Politecnica delle Marche e presidente dell’Associazione Di.Te, che si occupa di Cyberbullismo, GAP e dipendenze tecnologiche. In esclusiva a Notizie.com, l’autore del libro “Voglio il cellulare!” ha chiarito alcuni aspetti in un mondo sempre più condizionato dalle innovazioni tecnologiche e digitali. “I numeri creano allarme – ha sottolineato – più del 40% dei giovani è vittima di Cyberbullismo e l’età si abbassa sempre di più, ma credo siano necessarie distinzioni chiare. La domanda che ci si pone è se comprare o meno uno smartphone, ma è chiaro che non è l’oggetto a destare preoccupazioni, ma come viene utilizzato. Porto un esempio – prosegue il dottor Lavenia a Notizie.com –, e lo faccio spesso. Le famiglie credono che i giovani si perdano fuori dalle case, ritenendo invece il digitale un mondo sicuro. Gli effetti invece possono essere ancora peggiori”.
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E spiega meglio. “Ci sono dati molto chiari. I giovani perdono la capacità di relazionare, e i dati durante la pandemia lo confermano, credendo erroneamente che il mondo esterno sia pieno di pericoli. E invece non è così, perché le insidie si nascondono anche all’interno di un apparato tecnologico. E si registrano problemi anche gravi. Perdita di sonno, scarsa volontà di confrontarsi, problemi a scuola, voglia di lasciare lo sport”. Sono i sintomi da tenere d’occhio? “Più che altro riflessi, che potrebbero essere gestiti con una corretta educazione”.
Parla il professore Lavenia: “Cyberbullismo? C’è un pericoloso fenomeno, il ciukinismo”. Ecco di cosa si tratta
In esclusiva a Notizie.com il professor Lavenia racconta 20 anni di esperienza nel campo e traccia alcuni passaggi fondamentali che le famiglie dovrebbero tenere in grande considerazione. “Ritengo che serva attenzione. Mi spiego meglio. Quando un giovane esce con gli amici gli viene chiesto dove e con chi è stato. Una sorta di bilancio di quella che è la sua giornata. Andrebbe fatto lo stesso quando trascorrono del tempo davanti agli schermi”. Serve condivisione quindi, magari anche educazione. “Una corretta educazione digitale è fondamentale. Capire insieme quali sono gli ostacoli, i rischi. Sarebbe una materia da introdurre a scuola”. E in effetti in un mondo sempre più digitale, la proposta è molto concreta e attuale.
“Non ritengo corretto demonizzare la tecnologia. Parliamo di un’epoca in cui è fondamentale. Resto però del parere che i controlli siano fondamentali. I ragazzi vanno guidati, e credo che le famiglie abbiano perso un potere fondamentale”. Quale? “La capacità di dire no – afferma a Notizie.com il dottore Lavenia – che è importantissima. In un percorso in cui tutto è consentito e lecito, i problemi ci saranno sempre”. Attenzione quindi. Ma anche dialogo, condivisione, allerta massima su comportamenti anomali. Soprattutto in un periodo in cui diversi fenomeni sono molto delicati e poco conosciuti. Ad esempio il ciukinismo.
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“Se ne parla poco – afferma il dottor Lavenia – troppo poco. Si tratta in sostanza di un gruppo di giovani che aprono un canale Telegram. C’è il Ciukino (dal nome dell’asinello dei cartoni), che invita altri giovani e prendono insieme di mira una vittima designata. La ricoprono di insulti, tutti insieme. E l’impatto non può che essere duro, pericolosissimo. Di tutto ciò si parla pochissimo e non deve essere così. Siamo pronti a demonizzare serie tv o altri fenomeni, mentre nel mondo reale esistono problemi ben più gravi e soluzioni” Quali? “Informarsi, imporre un corretto utilizzo, essere vigili su possibili cambiamenti nei giovani e nei bambini. Soprattutto capire che il mondo è fuori, e socializzare è la cosa più importante che esista”.