Un quarantenne è stato accusato di violenza sessuale. Adescava le vittime con la scusa di visite mediche approfondite
Si presentava come un ginecologo, cercava di instaurare con le pazienti rapporti di fiducia e poi, le spingeva a visite mediche on line ipotizzando infezioni, problemi o situazioni molto gravi, che spingevano le donne, terrorizzate, a inviare foto intime e ad affidarsi alle sue cure. Un uomo di quarant’anni è al centro delle indagini della Polizia, accusato di violenza sessuale nei confronti di circa 400 donne.
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La Polizia ha eseguito, su delega della procura di Taranto, una perquisizione domiciliare nei confronti di un quarantenne per il reato di violenza sessuale, sequestrando diversi smartphone, supporti di memoria e schede telefoniche. Gli inquirenti stanno cercando di fare luce sull’operato dell’uomo, che è sospettato di essere autore di condotte disdicevoli, che hanno spinto numerose ragazze a sporgere denuncia presso la Polizia Postale. L’uomo si presentava come un ginecologo, telefonava alle vittime utilizzando uno stratagemma per nascondere il proprio numero di telefono e spiegava alle interlocutrici di conoscere esami clinici e visite delle stesse presso strutture sanitarie presenti su tutto il territorio nazionale.
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Durante la telefonata, il finto medico, rappresentando alle vittime la possibile presenza di infezioni vaginali gravi, le induceva a effettuare una visita ginecologica online. La vicenda potrebbe aver interessato circa 400 donne in tutta Italia. La Polizia sta consultando siti di annunci on line che avrebbero permesso agli inquirenti di risalire al finto ginecologo, scoperto anche grazie agli audio delle telefonate registrate dalle vittime. L’attività di indagine è svolta dagli investigatori del Servizio Polizia Postale e dalla Postale di Bari e Taranto.
La vicenda era salita agli onori della cronaca a novembre scorso, quando una ragazza aveva denunciato sui social il comportamento del “dottore”. La 24enne salentina raccontò di essere stata approcciata al telefono da un uomo che si presentava come un ginecologo, che conosceva i suoi dati e che le aveva dato appuntamento con una videochiamata. Nel corso della visita on line le aveva chiesto prima di mostrare le sue parti intime e poi di inviare delle foto per studiare meglio la situazione.