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Cronaca

Hotel 5 stelle tedesco, tre giorni di riposo a settimana per il personale

Published by
Chiara Feleppa

Il Traube Tonbach è il primo hotel cinque stelle ad aderire alla campagna “Progetto 22”, per ridurre l’orario di lavoro dei dipendenti

La famiglia Finkbeiner, proprietaria dell’hotel Traube Tonbach, ha ridotto la settimana lavorativa dei suoi dipendenti a soli 4 giorni, accodandosi alla scelta del ristorante berlinese Einsunternull, che ad ottobre ha deciso di ridurre la settimana lavorativa per i suoi dipendenti a soli quattro giorni. Il Traube Tonbach è il primo hotel cinque stelle ad aderire alla campagna “Progetto 22”, che da aprile 2022 introdurrà la settimana di quattro giorni nel ristorante Silberberg. Realizzato nel 1789, l’hotel situato in collina dista 5 km dalla stazione ferroviaria di Baiersbronn. Hotel di lusso, si compone di camere ampie con arredi sobri in stile rustico dotate di tutti i comfort tra cui TV a schermo piatto, WiFi gratuito e balcone privato. Le suite e gli appartamenti offrono anche un angolo relax separato e il soggiorno, per i bambini fino a 5 anni, è gratuito.

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L’hotel comprende un bar raffinato e dispone di spa moderna con sauna, centro fitness e juice bar oltre che una scuola di cucina, due piscine coperte e una piscina scoperta riscaldata con vista sulla Foresta Nera. Insomma, un gioiello immerso nel cuore della Germania.

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Dalla prossima primavera, i circa 40 membri del team di Traube Tonbach divideranno le loro 40 ore di lavoro settimanali su quattro giorni ma, per garantire che la redistribuzione degli orari coinvolga tutti, sarà necessario assumere nuovi dipendenti. Costi che, però, non pesano, in quanto dovrebbero portare a una maggiore gratificazione del personale. “Lavorare in un hotel è affascinante, perché pochi altri impieghi danno ai dipendenti la possibilità di relazionarsi con un pubblico tanto ampio e variegato, ma bisogna ammettere che porta a delle difficoltà nella gestione del proprio tempo libero, già molto ridotto. Gli incentivi di una volta non sono più sufficienti, perché i ritmi di lavoro risultano difficili da sostenere”, dichiara l’albergatore Sebastian Finkbeiner, proprietario dell’hotel. “Per riconquistare i dipendenti che hanno voltato le spalle al settore dopo due anni di incertezza a causa del Covid-19, serve soprattutto una cosa: orari di lavoro flessibili per poter gestire al meglio la propria vita privata“, continua.

I benefici della settimana corta

La settimana corta di lavoro prevede una settimana di 35-36 ore lavorative ma aumentando la produttività e senza nessun calo di stipendio. Il Islanda, tra il 2015 e il 2019, sono stati condotti due esperimenti di riduzione dell’orario lavorativo. Il primo portando il monte ore lavorate e il secondo a 35-36 ore della settimana lavorativa. Il tutto, senza applicare nessun costo né taglio ai salari, coinvolgendo circa 2.500 lavoratori ( l’1% della popolazione attiva) impegnati in diversi settori come settore pubblico, uffici, scuole, ospedali, settore pubblico. In Islanda, la produttività è cresciuta o rimasta invariata nonostante si siano ridotte le ore lavorative. Infatti, la settimana di quattro giorni lavorativi ha soddisfatto i lavoratori e i risultati sono stati tutt’altro che banali. Sono stati i ricercatori ad aver analizzato i risultati dei progetti sperimentali fatti fra il 2015 e il 2019. Durante questo periodo di prova, i lavoratori sono stati pagati allo stesso modo per un numero minore di ore lavorate. La produttività, d’altra parte, è rimasta inalterata oppure è aumentata, nella maggior parte dei luoghi di lavoro. Casi simili ci sono già stati in Spagna e in Nuova Zelanda, sotto la spinta di iniziative di amministrazioni locali e regionali.

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