Se entro il 28 dicembre il Cda dell’Ente presieduto dalla Mortari non firmerà la delibera delle proroghe, i precari resteranno senza lavoro
Natale è una delle feste più belle che ci siano, se non la più bella. E’ il periodo dell’anno dove tutti sono più buoni, più gentili e disponibili. E’ il periodo più atteso dai bambini che, dopo aver trascorso i primi quattro mesi dell’anno scolastico, si riposano e si rigenerano per l’anno nuovo. Ragazzi e bambini che arrivano da due anni non proprio bellissimi dal punto di vista didattico, ma in ogni modo e con difficoltà sono riusciti a venirne fuori grazie all’organizzazione degli Istituti scolastici e del Ministero della Pubblica Istruzione, sì ma soprattutto anche grazie al lavoro oscuro di tanti lavoratori che giorno dopo giorno, lavorando quasi nell’ombra si sono messi a totale disposizione di tutti gli alunni, supportando i presidi e i dirigenti con la formazione di corsi alternativi e quant’altro. E tutto a favore della scuola.
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Un lavoro fondamentale che effettua Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), l’Ente che rappresenta una parte fondamentale e la vera macchina organizzativa del Ministero della Pubblica Istruzione. Il motore vero, per intenderci, anche perché è il punto di riferimento per la ricerca educativa in Italia. Un modello che l’Europa ci invidia. Ebbene, a questa meravigliosa creatura che tanto ha fatto e sta facendo, esaltata giustamente anche dal “Governo dei Migliori“, stanno togliendo un pezzo fondamentale, quasi sgretolando e rompendola dall’interno. Già perché alcune di queste persone, ben 100 dipendenti, rischiano di non avere più lavoro il 1° di gennaio, dopo aver fatto tanto soprattutto negli ultimi due anni di pandemia. Quasi sfruttati e poi gettati nel cestino perché non servono più. Una delle cose più meschine che si possano fare.
Mollicone FDI: “Bianchi non stia con le mani in mano, intervenga subito”
Una vicenda vergognosa e scandalosa perché di questa situazione si sapeva da tempo, ma nessuno dall’interno ha fatto nulla, riducendosi agli ultimi giorni e con il contratto di questi 100 dipendenti che scade il 31 dicembre del 2021. Dipendenti che, secondo la Legge Madia (quella che regolamenta e sistema i precari in ambiente pubblico), dovevano già essere sistemati e regolarizzati. E invece, come al solito in Italia, si parla e non si accenna a fare nulla, se non quando si arriva al limite della sopportazione e soprattutto della scadenza. Due giorni fa, durante la riunione del Cda di Indire, si attendeva la delibera alle proroghe dei contratti e una firma della presidente Luigina Mortari, nominata a settembre dal Ministro Bianchi. Una sigla che non solo non è arrivata ma nessuno ha detto e fatto niente.
E così per queste 100 persone, che fino all’ultimo giorno di scuola, il 22 dicembre, hanno lavorato alacremente per i bambini di tutte le famiglie italiane, è arrivata la notizia più brutta dell’anno. Quella che non si aspettavano e non meritavano, ovvero che dal 1° gennaio potrebbero davvero trovarsi senza lavoro. Tutti i lavoratori di Indire, costola fondamentale dell’Istruzione italiana, sono in stato si agitazione e sono pronti allo sciopero qualora non si regolarizzassero i contratti dei 100 precari. L’ultima speranza è il 28 dicembre, dove si riunirà di nuovo il Cda e dovrebbe prendere in esame l’argomento e deliberare proroghe e contratti. Un atto formale e giusto. La politica, almeno una parte, non dorme. Il deputato di FDI e capogruppo in commissione Istruzione Federico Mollicone esorta Indire e soprattutto il Ministro Bianchi a non dormire: “Si svegli e faccia qualcosa, intervenga perché i 100 dipendenti senza contratto dal 2022 è una situazione vergognosa che non si può tollerare”.