Romina Power si racconta a 360°. Lo ha fatto direttamente rilasciando un’intervista al ‘Corriere della Sera’ al giornalista (ed ex sindaco della città di Roma) Walter Veltroni
E’ una Romina Power che svuota il sacco e decide di raccontare davvero tutto. Al ‘Corriere della Sera‘ la cantante ha svelato quali sono stati i suoi successi, i rimpianti e soprattutto i ricordi. La prima domanda è stata sul padre: “Purtroppo la vita me lo ha portato via troppo presto. Una volta che mi hanno portata in Messico lo vedevo molto poco, ma ci scrivevamo tantissimo. Ho ancora conservato le nostre foto e le lettere. Se fosse vissuto qualche anno in più la mia vita sarebbe andata in maniera diversa. Discorso diverso per mia madre, me la sono goduto più a lungo. Purtroppo una brutta malattia mi ha portato via anche lei”.
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Tornando al padre: “Ho cercato di rimuovere tutte le cose che riguardavano lui, probabilmente per soffrire di meno”. Il rapporto con il collegio e le suore in Messico: “Diverso da quello che descrivono, ci sentivamo libere”. Poi il ritorno in Italia: “Mia madre si risposò con l’attore Edmund Purdom, anche a Roma ci mise in un collegio. Perché? Bisognerebbe chiederlo a lei”.
Su Albano: “Una mia figlia, Romina, ha voluto fare una analisi di questa situazione, concludendo con un “Una hippie ed un contadino andranno sempre d’accordo”. Ed è così, abbiamo scritto molte canzoni insieme. Perché è finita? Questo non si sa. Ogni rapporto ha una sua parabola. Nulla dura in eterno, almeno per me“.
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In conclusione non si poteva non citare sua figlia Ylenia, scomparsa da più di 25 anni: “Penso sempre al film di Spielberg, A.I. Quando viene concesso ad una madre di vivere un solo giorno con il bambino. Ogni volta che lo vedo non riesco a trattenere le lacrime. Se avessi la possibilità lo farei con Ylenia. Non smetterò mai di cercarla. Purtroppo a New Orleans spariscono tante ragazze. L’ultima volta che la sentii era a Capodanno del ’94. Mi manca la sua intelligenza, la simpatia ed il calore. Era una persona che dava molto di sé agli altri, sempre“.