L’infettivologo affronta un problema che non è di poco conto: “Se non alleggeriamo le norme, le persone restano zitte e vanno in giro pur avendo sintomi”
In attesa che il Cts si decida e riveda le norme sul Covid e soprattutto sulla circolazione delle persone, l’infettivologo Matteo Bassetti torna a parlare, rincara la dose sui tamponi e con Notizie.com affronta un problema che non è di poco conto e che tanti, soprattutto nei palazzi di Governo, potrebbero trascurare. “Ribadisco che il problema non è che la quarantena deve essere rivista ma eliminata – spiega con tono fermo il professore -, anche perché portare da 7 a 5 giorni non risolvi il problema ed è uguale, a mio parare, se la porta a cinque in quei cinque giorni avrai invece di 10 milioni 5 milioni di persone, è un esempio, sono cifre a caso, ma sono cose che non ce le possiamo permettere”
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Non si ferma Bassetti e va avanti con Notizie.com: “Ed è uno sforzo inutile, questo, perché tanto la omicron correrà a prescindere dal fatto che tu metti la gente in quarantena, cioè dobbiamo sapere che i vaccinati prenderanno la omicron e faranno raffreddore, mentre i non vaccinati prenderanno la omicron e qualcuno di loro finirà in rianimazione a prescindere dal fatto che tu li metti più o meno in quarantena. Dopo i cinque giorni che li hai messi in quarantena escono e se la prendono da un altro quindi è un esercizio che ha un costo troppo alto per la socialità ma anche dal punto di vista economico, anche perché sa cosa succederà? Che se noi non lo cambiano, sarà la gente che la cambia…”.
“Le discoteche chiuse altra cosa all’italiana, assurdo”
Su questo punto, l’infettivologo è preciso e da un certo punto di vista spietato come non mai: “Sa cosa fa e cosa si deciderà di fare? Che la gente alla fine, esasperata, si comporti così: ho i sintomi e non lo dico, se sono un dipendete pubblico sto fermo una settimana mi copre la mutua, ma se ho un ristorante, una panetteria o una cartoleria o una qualunque altra attività tipo anche l’agente di commercio, che se non vado a vendere non mangio, sa cosa faccio ho i sintomi e non dico niente a nessuno, non mi faccio il tampone e continuo a circolare. E bisogna fare attenzione perché rischiamo di arrivare a quella fase in cui le regole sono fatte per essere fregate….”
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Altro discorso sulle discoteche, decisione che non ha trovato d’accordo il professore di Genova: “Le discoteche la vedo come una misura quasi di contrapposizione all’obbligo vaccinale, probabilmente è stata una di quelle decisioni molto politiche e poco scientifiche, potevano dire ci va solo chi ha tre dosi di vaccino e a quel punto tutti zitti, anche perché dove sarebbe stato il problema. E gli altri? Semplice, non ci vanno, ma dire che la discoteca è chiusa e si va nelle case private sono proprio quelle cose all’italiana. Le zone di confine hanno penalizzato l’italia, poi, in Francia, Svizzera e Austria sono aperte, così vanno lì e ci si contagerà ancora di più. Basta con questa visione del Covid come un anno fa, dobbiamo uscirne, non so più come dirlo. Spero che il Governo e il Cts ci ascoltino…”.