L’ex allenatore dell’Ascoli ha svelato diversi aneddoti sul fratello del Pibe de Oro, scomparso questa mattina a Napoli in seguito a un arresto cardiaco.
Il nome di Maradona legato a un’altra tragedia. Dopo la prematura scomparsa del più grande calciatore di tutti i tempi, in mattinata è arrivata anche la notizia della morte del fratello 52enne. Dopo Diego, la stessa sorte è toccata a Hugo. Anche lui, come El Pibe de Oro, è sempre stato legato al mondo del calcio.
Impossibile paragonarli a livello tecnico. Eppure fu proprio Diego a spingere per il trasferimento di Hugo a Napoli nel 1987. Una sola presenza in azzurro prima di essere girato in prestito all’Ascoli. Con la formazione marchigiana ha messo insieme tredici partite senza mai trovare la via del gol. Dopo la parentesi in Italia, Hugo Maradona ha girato tutto il mondo giocando a calcio: Spagna, Austria, Giappone e Venezuela.
“Quella volta che Hugo si sentì male durante l’allenamento”
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Il primo allenatore a lanciare Hugo Maradona in Serie A è stato Ilario Castagner. Dopo la velocissima esperienza a Napoli, l’argentino ha trovato continuità con la maglia bianconera dell’Ascoli. Anche se i limiti dal punto di vista fisico ne hanno condizionato l’inserimento all’interno di un campionato così difficile come quello italiano della fine degli anni ’80.
A svelare qualche aneddoto di quel ragazzo appena maggiorenne, che cercò di ricalcare le orme del fratello, è il suo allenatore dell’epoca. Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Notizie.com, Ilario Castagner ha raccontato Hugo Maradona ai tempi dell’Ascoli. “Ho saputo della sua morte pochi minuti fa – confessa Castagner – è un vero peccato. Avevo un ottimo rapporto con lui. Stava sempre sulle sue, era timido e abbastanza introverso. Ma era molto educato e voleva sempre giocare a calcio“.
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Castagner conosce bene la famiglia Maradona. Non solo Hugo che ha allenato, ma lo aveva anche con Diego: “Ho un aneddoto molto bello che mi lega a lui e a suo fratello. Quando era all’Ascoli lo facevo partire titolare ma dopo nemmeno un’ora ero costretto a toglierlo. Era molto dotato dal punto di vista tecnico, ma aveva dei grossi limiti dal punto di vista atletico. Non reggeva i 90 minuti. Una volta, dopo l’ennesima sostituzione, al temine della gara sento bussare alla mia porta. Era il fratello Diego: anche con lui avevo un buon rapporto, ci conoscevamo già. Mi chiese perché togliessi sempre Hugo nel secondo tempo, ma fu molto comprensivo“.
Aneddoti e curiosità si rincorrono nella mente di Castagner, che poi aggiunge: “Una volta si scordò di fare colazione prima di venire all’allenamento, evidentemente si era svegliato tardi e aveva paura di non arrivare in tempo. Durante la seduta però, a causa dello sforzo, si sentì male in campo. Quasi svenne per la fatica. Da quel momento in poi non si dimenticò più di mangiare prima di una allenamento con me (ride, ndr.)“.