Ecco perché “Don’t look up” con Di Caprio e Streep è il film dell’anno

La pellicola di Netflix scritta, diretta e prodotta da Adam McKay sta spopolando sulla piattaforma streaming

Il cast del nuovo film di Netflix "Don't look up"
Il cast di “Don’t Look up” (Getty Images)

Un film che parla di una catastrofe imminente, come può essere l’arrivo di una cometa che spazza via tutto, ma che allo stesso tempo è irriverente e un po’ dissacrante. Anzi, per lunghi tratti tragicomico. Un cast stellare e un modo di trattare una tragedia, come può essere la fine del mondo, avendo la visione attuale, quindi con i social che imperversano e un mondo della comunicazione e della politica totalmente allo sbando.

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“Con la presidente Janie Orlean, interpretata da una Meryl Streep che si conferma a ogni occasione la più brava, è una sorta di Donald Trump donna. Il suo braccio destro è il figlio (peraltro più impreparato di Ivanka). È palesemente repubblicana, anche se il dettaglio non viene esplicitato proprio perché in fondo si tratta di un dettaglio: sulla scrivania dello Studio Ovale tiene una foto che la ritrae abbracciata a Clinton, come a chiamare in causa pure i democratici”, scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera. Inizialmente la presidente non dà molto credito all’allarme dell’arrivo della cometa da parte di due scienziati, interpretati da Di Caprio e Lawrence, perché ha paura che le costi le imminenti elezioni, salvo poi cambiare idea per distogliere l’attenzione da uno scandalo sessuale.

Stipendi d’oro per il film: Di Caprio 35 milioni, la Lawrence 30

'Dont' look up' è già un successo
Leonardo Di Caprio e Jennifer Lawrence (Getty Images)

Oltre a un presidente inadeguato e cialtrone, c’è anche “il terzo uomo più ricco al mondo, re dei telefonini Bash, racchiuso in una battuta meravigliosa: “È quello che ha comprato la Bibbia di Gutenberg e poi l’ha persa”, nota Grasso sul Corriere. Isherwell è insomma uno Steve Jobs redivivo, con una spruzzata di Bill Gates).

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Nel pezzo del Corriere viene esaltata la modalità con cui va avanti il film, sovrapponendola al momento attuale. “In quel regno della futilità che può diventare la Rete, la notizia della fine del mondo all’inizio non viene considerata. Poi genera l’ondata di complottismo che abbiamo già visto crescere con la pandemia”. Solo alla fine, quando è troppo tardi, si corre ai ripari. “È interessante però notare – chiude Grasso sul giornale – quanto il film parli di noi cittadini del 2022. Il mondo che descrive è il nostro; ed è anche quello dei produttori e degli attori”. Da non trascurare il fatto che Leonardo Di Caprio per il film abbia incassato 35 milioni di euro, mentre la Lawrence ne abbia presi cinque di meno, assestandosi sui 30 milioni.

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