L’ex calciatore del Napoli se la prende con la proprietà per la cessione al Toronto: “De La fa sempre così, non gli piacciono le prime donne e i giocatori amati dalla città. Mica è la prima volta…”.
Quale colpa avrebbe Lorenzo Insigne? Se lo chiede Gianni Improta, il suo mirino è puntato soltanto sulla presidenza: “De Laurentiis lo voleva cacciare e far ricadere su di lui la responsabilità del divorzio!”, dice in esclusiva a notizie.com il “baronetto di Posillipo”. La scelta di andare al Toronto, per quanto l’offerta fosse irrinunciabile, va ricercata nell’atteggiamento del club e non nel tradimento (come lo hanno considerato alcuni) del calciatore: “Purtroppo Insigne ha capito che Aurelio De Laurentiis non lo volesse più. Questo è il punto focale di tutta la vicenda. Sei campione d’Europa, vieni chiamato per firmare il nuovo contratto e ti offrono cifre inferiori a quelle attuali… A quel punto capisci che vuoi essere mandato via”. Improta ha notato la stessa dinamica di addii del passato: “De Laurentiis l’ha fatto già con altri giocatori, va in difficoltà verso tutti quelli che si innamorano della città e che sono amati dai tifosi. C’è qualcosa che non va nel suo carattere, non gli piacciono le prime donne…”.
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Assolto in pieno Insigne, insomma: “Da una parte ti offrono meno di quanto già prendi e la situazione non è idilliaca, dall’altra ti arriva una proposta del genere… Ci avrà ragionato e avrà preso la sua decisione. A noi napoletani dispiace, poteva continuare qui a cifre inferiori rispetto a quelle del Toronto, sarebbe diventato una bandiera indimenticata dal popolo, non dico come Maradona perché non ci ha fatto vincere lo stesso, ma Lorenzo è un signor calciatore. Ripeto, io ho visto la volontà del presidente di mandarlo via”. Oltre al lato simbolico, c’è quello tecnico: “Ho sempre considerato Insigne come uno degli inamovibili, mai da sostituire come invece è successo spesso e volentieri. Dal nulla ti inventa la giocata e ti fa vincere. Per me era un punto fermo, così come Mertens. Anche Spalletti sul belga ha ammesso di aver sbagliato. Accetto i ripensamenti, ma non mi piace che si chiuda la stalla quando sono già scappati i buoi”.
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E se Insigne fosse andato in un’altra squadra italiana? “Ecco, in quel caso l’avrei presa malissimo”, conclude Improta. “Forse Lorenzo ha pagato il vecchio ammutinamento. Sinceramente non capisco la gestione di alcune situazioni. Per esempio la cessione di Manolas, ci presenteremo a Torino, sempre che si giochi, senza nemmeno un difensore in panchina. Sono abbastanza critico, io certe cose da dirigente non le avrei mai fatte”.