Crisanti, microbiologo dell’università di Padova critica l’eventuale decisione: “Qui siamo all’improvvisazione, non si può imporre l’obbligo senza una revisione del consenso informato. È una follia figlia del panico”. Bassetti, infettivologo direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, la pensa diversamente: “Sarebbe una cosa intelligente, meglio tardi che mai”.
Andrea Crisanti, microbiologo dell’università di Padova, perde la pazienza di fronte alla possibilità dell’obbligo vaccinale agli over 50: “Qui siamo all’improvvisazione, quest’obbligo non si può imporre senza una revisione del consenso informato”. Queste le sue parole all’AGI: “E poi c’è un problema che è di carattere giuridico, lo si fa per impedire la malattia, ma non per limitare la trasmissione. Praticamente stiamo parlando di un obbligo terapeutico, è una novità assoluta nella sanità pubblica”. Per Crisanti, che considera una follia imporre il vaccino anche a chi non ne avrebbe bisogno, il panico sta condizionando le decisioni in modo sbagliato.
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Dall’altra parte Matteo Bassetti, infettivologo direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, esprime un parere opposto: “Per me è una soluzione intelligente l’obbligo del vaccino anti-Covid per gli over 50. Ora è un po’ tardi, sarebbe stato meglio la scorsa estate, però meglio tardi che mai”. Poi aggiunge: “L’ondata Omicron è partita, per il futuro sarà comunque importante perché dovremmo continuare a vaccinarci. Oggi ci sono stati oltre 180mila contagi e in 2 mesi, con questi ritmi, si arriverà alla cifra di 12 milioni di contagiati. Naturalmente ogni riferimento poi è soltanto relativo a quelli accertati da tampone”. In chiusura: “Se Omicron fosse stata affrontata con il 95% di vaccinati, sarebbe stata sicuramente minore la pressione sul Sistema sanitario”.