Fiorenzo Treossi, ora team manager del Forlì Calcio, commenta le polemiche ripartite insieme alla Serie A: “Ci vorrebbe più comprensione. Capisco le proteste dei calciatori e dell’allenatore, ma i dirigenti dovrebbero essere dei pompieri nonostante le pressioni. Io ho vissuto su entrambe le sponde…”. Su Fiorentina-Lazio del 15 maggio 1999: “Me lo ricordo perfettamente, mi dispiace, ho visto soltanto Salas a terra”.
Ripartito il campionato, ripartite le polemiche. Un mix tra errori, orrori e discussioni su ogni fronte. Tutti scontenti, chi vince e chi perde. E anche chi ha vestito i panni da arbitro (precedentemente) non accetta le decisioni prese a gara in corso. Il riferimento è a qualcuno che ha dimenticato cosa si prova a dirigere un match di Serie A: “Ecco, quello non lo capisco. Comprendo a caldo i calciatori e l’allenatore, un po’ meno le proteste dei dirigenti accompagnatori. Loro dovrebbero essere dei pompieri…”. Fiorenzo Treossi, passato da arbitro di A e ora dirigente del Forlì Calcio in D, parla in esclusiva a notizie.com: “Ora va di moda il termine no-vax, io sono invece un no-Var, nel senso che ho mai avuto la possibilità di ricevere una mano dalla tecnologia. Mi sarebbe piaciuto. Ci sono le polemiche, ma non si può discutere lo strumento, al massimo la sua applicazione perché a volte accadono cose non idonee. Il Var ti dà una grande mano se sei un arbitro, i veri no-Var sono quelli che definiscono il vero calcio quello di una volta… Io sono contro questo modo di pensare”.
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“Col Var dovrebbe essere tutto più semplice, va risolto il fallo di mano”
Un mestieraccio, quello dell’arbitro. Treossi ha vissuto sulle due sponde delle proteste: “Ci vorrebbe più comprensione, il problema è che quando sei dirigente hai mille pressioni. Io sono stato 14 anni a Cesena come dirigente, ora mi diverto con il Forlì Calcio, la squadra della mia città. Ma per tutti sono ancora l’ex arbitro, da un certo punto di vista mi fa piacere. Ma ripeto, i dirigenti dovrebbero capire di più certe cose. Non si deve pensare alla malafede in ogni caso, diventa sbagliato ragionare così. Nell’epoca definita ‘Moggiopoli’ non ho mai subito pressioni su cosa fare o non fare. Poi può essere che sia successo a qualcun altro, non posso mettere la mano sul fuoco per tutti. Era difficilissimo arbitrare, c’erano tante telecamere anche in quegli anni, ora almeno con il Var si è risolto il problema del fuorigioco, del gol-no gol e dei rigori solari. Andrebbe risolta la questione del fallo di mano, secondo me rimane ancora troppo a discrezione dell’arbitro. Da fuori non si capisce bene”.
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Mirri su Salas di quel Fiorentina-Lazio: “Mi dispiace, non ho visto nulla”
A proposito di sbagli, Treossi ricorda ancora l’episodio più grave commesso il 15 maggio 1999. Interrompe quasi la chiacchierata: “Sì, lo so. Fiorentina-Lazio, Mirri su Salas, posso ricostruire perfettamente anche l’azione. Mi dispiace, era una gara importantissima, la Lazio avrebbe vinto lo scudetto. Io ho visto Salas a terra, punto. Nient’altro. Ero fuori posizione perché la Fiorentina perse palla, non riuscivo a vedere la fascia del cross e l’area di rigore. Il Var mi avrebbe salvato. Vidi Manzini (storico team manager biancoceleste, ndr) piangere negli spogliatoi, mio figliò mi chiamò che mi ero appena fermato all’autogrill tra Firenze e Bologna. Mi disse ‘hai fatto una c*****a’… Queste cose poi si ripercuotono sull’arbitro, si ha difficoltà quando si va ad arbitrare di nuovo quella squadra. L’arbitro è pur sempre un uomo”. Come sono umane le polemiche.