ESCLUSIVA – Traldi (ALBAA): “Settore alberghiero? La situazione è tragica”

In esclusiva per notizie.com, il presidente dell’ALBAA (Associazione Laziale Bed e Breakfast Affittacamere e Affini), Federico Traldi, ha espresso la sua preoccupazione riguardante la crisi nel settore alberghiero.

Roma ©Getty Images
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La crisi nel settore alberghiero dovuta al Covid-19 sta imperversando. Qual è la situazione attuale?

Dire tragica è poco, per il semplice fatto che Roma, per gennaio, febbraio e marzo, è stata sempre bassissima stagione. I pochi turisti che arrivavano erano stranieri, che arrivavano con aerei e quant’altro. Oggi, è tutto completamente fermo. Gli italiani, se vanno in ferie, vanno in montagna. Roma è praticamente ferma. Non abbiamo assolutamente niente.

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In che modo il Governo può aiutare gli albergatori e i possessori di bed and breakfast al fine di uscire da questa crisi?

Per gli albergatori, ma vale anche per gli enti alberghieri, hanno richiesto minimo altri sei mesi di cassa integrazione in deroga che è finita il 31 dicembre. Perciò speriamo che per le città d’arte, perché vale pure per Venezia e Firenze, ci diano altri sei mesi di cassa integrazione. Poi, i ristori che abbiamo ricevuto sono praticamente lo 0,1% di quello che ci serviva. Perciò, un altro ristoro come minimo servirebbe.

Roma ©Getty Images
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Roma è una delle città più colme di monumenti, storia e attrazioni turistiche. Come si può valorizzare il suo potenziale?

Questa è una domanda da un milione di dollari che bisognerebbe fare ai nostri politici. Se vede le statistiche, si nota che a Barcellona la presenza media è di 5/6 giorni. Madrid mi sembra sia 4 giorni, Londra 5/6. A Roma, la permanenza media è di due notti e mezzo. Perché questo? Perché purtroppo ci siamo appoggiati sugli allori e non abbiamo mai fatto altro che prendere quel “mordi e fuggi”. San Pietro, il Colosseo, e via. Non abbiamo mai dato nessuna attrazione per i giovani. I giovani casomai vanno a Rimini, non a Roma. Per andarsi a divertire, fare sport e tante altre cose. A Roma non c’è assolutamente niente. Seconda cosa, nessuno ha mai fatto una promozione o altro per tutto il resto.

Quanta gente conosce la Centrale Montemartini? Per me è una delle cose più belle al mondo. Una vecchia centrale elettrica, ristrutturata, con dei reperti antichi. Il modernariato e l’antico. Stupenda. Non ci va nessuno. Basterebbe pubblicizzare e convincere il turista a vedere le bellezze che abbiamo, perché non lo sa. Lo devono sapere alla partenza, perché se prenotano l’aereo del ritorno dopo tre giorni, è troppo tardi. Quando vengono qui, devono sapere che la prenotazione deve prevedere anche Villa d’Este, la Centrale Montemartini e tante altre cose. Ma se non glielo facciamo sapere, se non glielo comunichiamo, se non li incentiviamo, non lo faranno mai. Continueranno a fare San Pietro, il Colosseo, mordi e fuggi. Non è facile ma non dipende da noi. Dipende dalla promozione turistica della Regione.

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Manca completamente la programmazione per quanto riguarda i monumenti. Io ho un bed and breakfast a Piazza del Risorgimento, e un turista mi ha detto: “Vorrei andare a vedere Villa d’Este. Come ci vado?”. Io gli ho detto: “Hai la macchina?”, lui ha detto di no. “E allora non ci andare”. Perché mancano i mezzi, mancano i trasporti. Bisognerebbe fare un servizio integrato per il turista. È difficile. Allora, purtroppo, abbiamo tanti problemi. Consideri che a Roma vengono poco in macchina. In tanti vengono in aereo, pullman o altre cose. Perciò è difficile farli muovere. Non è un percorso facile.

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La paura dei turisti verso il Covid-19 sta portando ad una diminuzione dei viaggi. In che modo si può incentivare il turista a viaggiare?

Bisogna togliere la paura. Adesso, il Covid, con l’Omicron, mette meno paura. Però, se parliamo delle altre varianti, la gente ha paura. Seconda cosa, parlo per me personalmente, non ho più paura del Covid. Ho fatto tre vaccini, ho avuto il Covid pure io, averlo in forma tenue non è neanche preoccupante. Quello che mi mette paura sono i venti giorni di quarantena, i tamponi, devi stare fuori dalla tua famiglia. Non è la semplice influenza che fai a casa con i parenti. Perciò, più che la paura del Covid, è la paura dell’organizzazione stessa.

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Se uno diventa positivo in viaggio, che succede? Vai negli hotel Covid insieme ad altra gente? Secondo me non è solo la paura della malattia, è il contesto che può mettere paura. Ora speriamo che Omicron, molto contagioso ma poco pericoloso, porti all’immunità di gregge. Con l’immunità di gregge abbiamo risolto tutto. Perciò, tra sei mesi, dovremmo stare tutti bene. Dovremmo essere tutti immuni, quindi non ci dovrebbe essere problema. Se facciamo tutti la terza dose, o, come in Israele, anche la quarta…

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