Dopo le polemiche divampate in questi giorni, che ha visto coinvolti anche i familiari del campione del tennis, arriva l’inaspettata presa di posizione.
Il Patriarca Porfirije di Serbia ha espresso il suo sostegno a Djokovic. Lo ha fatto attraverso il suo canale Instagram, ricevendo una pioggia di commenti positivi a favore della sua presa di posizione e del campione serbo da qualche giorno al centro della polemica a proposito della sua partecipazione agli Australian Open, prima concessa e poi negata a causa della sua mancata vaccinazione contro il Covid-19.
Dopo il suo atterraggio in Australia, e le immagini del campione del tennis trattenuto in aereoporto e interrogato dalla polizia locale, nonostante l’autorizzazione rilasciatagli dalle autorità in un primo momento, nel mondo dello sport (e anche della politica) non si fa che parlare d’altro.
Subito dopo il blocco del numero uno del tennis nel Park Hotel di Melbourne, per il quale si è anche parlato di condizioni igieniche non proprio accoglienti, al seguito delle numerose prese di posizione da parte di sportivi e di politici di varia estrazione sono emerse anche le voci dei parenti e dei familiari di Djokovic stesso.
Il padre di Novak, Srdjan Djokovic, ha descritto suo figlio come “un idolo, la luce in fondo a un tunnel” di fronte “all’oligarchia politica occidentale” che “si crede che il mondo sia suo”. Arrivando persino a paragonare il figlio a “Gesù Cristo, che hanno crocifisso”, e che ancora oggi si sta cercando di “crocifiggere, umiliare e mettere in ginocchio” il figlio, per mezzo di “una lotta politica che non ha nulla a che fare con lo sport”.
Ora però è arrivato un altro grande sostegno al campione dall’importante autorità religiosa, patriarca della Chiesa ortodossa serba succeduto nel 2020 all’ex patriarca Irinej, venuto a mancare proprio a causa del Covid-19. La Chiesa оrtodossa serba è una delle giurisdizioni canoniche autocefale della Chiesa ortodossa, al cui vertice siede il Patriarca.
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Porfirije ha affermato attraverso il social network che di tutte le sofferenze e delle tentazioni che si stanno attraversando in questo periodo di Natale, domani non rimarrà che “una pallida ombra”. “Caro Nole, Delle difficoltà e delle tentazioni che stai attraversando a Natale, giorno di ogni gioia, domani resterà solo una pallida ombra“, si legge nel post scritto in serbo affiancato da una fotografia del tennista.
“Dio è grande e tu sai chi sei perché sei cresciuto con il suono delle campane delle investiture di Nemanjic”. Il Patriarca continua poi spiegando che “milioni di serbi ortodossi stanno pregando per te, così come per noi. Possa il calore imperituro e l’amore della grotta di Betlemme riscaldare e rafforzare il tuo cuore e la tua anima. Pace di Dio – Cristo è nato!”.
La Chiesa ortodossa serba celebra infatti il Natale il 7 gennaio secondo il calendario giuliano. Djokovic, dal suo canto, non ha mai nascosto la sua fede religiosa di cristiano ortodosso ma al contrario ne ha sempre fatto un vanto esplicito, rivendicandola sul campo ma anche fuori, dove è da sempre particolarmente attivo in opere di beneficienza di varia natura.
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Nella prima fase della pandemia, ad esempio, il tennista ha donato un milione all’ospedale di Treviglio, in provincia di Bergamo, per i malati Covid, e attualmente starebbe anche impegnato con una start-up che studia farmaci anti-Covid. “Prima di essere uno sportivo, sono un cristiano ortodosso”, è una delle sue citazioni più conosciute dai fan che condividono con lui la sua fede religiosa.
Nei giorni precedenti, durante la celebrazione della divina liturgia natalizia nella cattedrale di San Sava a Belgrado, il capo della Chiesa ortodossa serba aveva anche fatto riferimento alla pandemia, ricordando che la “Chiesa invita tutti ad aderire alle misure delle autorità” ma che allo stesso tempo “ricorda anche di evitare l’esclusività e di rispettare la libertà umana”.
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“Il Coronavirus è un monito all’uomo per ritornare ai comandamenti di Dio”, ha affermato nell’occasione il religioso, lanciando un appello a “rispettare, nutrire e preservare la natura come dono più prezioso di Dio”.