Dopo l’ok del giudice, il numero uno al mondo ha impugnato subito la racchetta per farsi trovare pronto all’inizio del primo slam dell’anno: manca una settimana allo start.
Anche il giudice gli ha dato ragione. Novak Djokovic ha vinto il ricorso contro il provvedimento di espulsione che lo aveva costretto a rimanere in standby in un albergo destinato all’immigrazione clandestina. Il tribunale ha annullato la cancellazione del visto, permettendo così al numero uno del mondo di rimanere in Australia.
Non gli è mai mancato il sostegno della famiglia e di tutta la Serbia. Il padre e il fratello si sono spesi in prima persona per difendere l’immagine di Nole, messa a dura prova dopo le accuse piovute dal mondo dello sport e non solo. Il via libera ricevuto da Djokovic nonostante non sia vaccinato ha creato un caso internazionale: per giorni non si è parlato d’altro. Fino ad arrivare alla sentenza di oggi.
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Messa alle spalle la vicenda burocratica, Djokovic si è già proiettato all’inizio del torneo. Manca meno di una settimana alla partenza ufficiale degli Australian Open, con Nole a caccia del decimo titolo dello slam che apre la stagione del tennis. Ha vinto le ultime tre edizioni consecutive, vuole ancor di più il poker dopo tutte le polemiche che lo hanno visto protagonista.
Sperando che i colpi di scena siano finiti, già oggi Djokovic è sceso in campo per la prima sessione di allenamenti. Una seconda seduta è stata fissata per domani (martedì) alle 15 locali, quando in Italia saranno le 5 di mattina. Si attende a breve il pronunciamento del ministro dell’Immigrazione australiano che metterà la parola fine sulla vicenda. Il futuro di Djokovic rimane in bilico tra permanenza ed espulsione, lui intanto continua a fare la cosa che gli riesce meglio. Giocare a tennis.