L’esperto epidemiologo, spiega: “Nessuna paura, non ci troviamo di fronte a nuove varianti. Sono situazioni già verificatesi in passato”
Prima la variante Delta, poi la Delta Plus, l’Omicron e ora la Deltacron. Le varianti del Sars-Cov2 sembrano non finire più. Per cercare di capire di cosa si tratti, abbiamo ascoltato in esclusiva Massimo Ciccozzi, direttore dell’unità epidemiologica all’Università Campus Biomedico di Roma. “Nessuna paura, si tratta di un ibrido, che non porta a nessun cambiamento rispetto alla situazione attuale“. Ciccozzi conferma l’ipotesi che, la cosiddetta ‘variante Deltacron’, potrebbe essere in realtà il frutto di un semplice artefatto, un errore di analisi di laboratorio. È questo il sospetto che con sempre con più insistenza circola nella comunità scientifica.
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“Non si tratta di una variante, ma di un ibrido, formato da due varianti dello stesso virus. E’ una cosa che può succedere – dichiara Ciccozzi in esclusiva a Notizie.com – che è già successa e che potrebbe ancora accadere. Facciamo un esempio: immaginiamo un’influenza e un coronavirus: avrebbero connotazioni opposte, genomi diversi, quindi non si sarebbero mai potuti incontrare. Ma due coronavirus con la stessa conformazione, e con mutazioni diverse, possono portare a questo ibrido. Cosa accade? Che quando due varianti diverse infettano la stessa cellula creano un enzima che serve per sviluppare il virus. Quest’enzima prima inizia a riprodurre il virus, poi potrebbe accadere che balza, fa un salto e si attacca ad un genoma dell’altro virus. Ma questa è una cosa che può accadere normalmente”.
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Ciccozzi ricorda alcune situazioni simili accadute in passato. “E’ già accaduto in passato con semplici virus influenzali, con l’aviaria, ed anche nel febbraio del 2021, un gruppo di lavoro trovò la combinazione tra due varianti: quella Alfa inglese e quella californiana. Quel tipo di ibrido non fu nè più pericoloso, nè più virulento. E anche oggi accadrà lo stesso. Siamo allo stesso livello della Omicron. Non sarà nè più aggressiva, nè più performante. Si tratta di un enzima che riproduce il virus, che salta da un genoma all’altro e forma un ibrido. E’ una cosa molto banale. Parliamo dello stesso virus, che infetta la stessa persona”. Ciccozzi rassicura tutti: “L’ibrido scoperto a febbraio è nato e morto in breve tempo, non se n’è saputo più niente, quindi non vedo perchè stavolta dovrebbe verificarsi una situazione diversa. Ripeto: non parliamo di una variante vera e propria: è un ibrido, una combinazione tra due virus della stessa specie. I vaccini che vanno bene per Omicron sono perfetti anche per quest’ibrido”.