La redazione di notizie.com ha intervistato il giornalista, tra le voci più autorevoli del tennis e creatore del sito Ubitennis: “Ne escono tutti male, la saga non si è ancora conclusa. Nole ha sbagliato in Serbia, ha girato e incontrato persone sapendo di essere positivo”.
Quel “not too bad” aveva fatto sorridere tutti. Novak Djokovic aveva risposto così, con tono di voce ironico, alla domanda di Ubaldo Scanagatta, iniziata con una premessa che ricordava i titoli vinti dal serbo fino a quel momento. Un siparietto, quello tra il tennista e il giornalista, che si è ripetuto più volte diventando quasi un motivo di interesse aggiuntivo alle conferenze stampa. Battute e risate collettive, come quando “Nole” si scusò per aver urlato talmente forte in campo da aver svegliato la moglie del cronista a casa. Scanagatta, tra le voci più autorevoli del giornalismo sportivo italiano, ha commentato in esclusiva a notizie.com il caso-caos che ha coinvolto nell’ultima settimana Djokovic: “Ne escono male tutti. In primis l’Australia, ho la sensazione che le decisioni siano state prese in vista delle elezioni che ci saranno tra 4 mesi. Non c’è stata chiarezza nei rapporti tra gli stati, il Governo e il ministro dell’immigrazione”.
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Le altre parti in causa non hanno fatto una figura migliore, dice il creatore del sito Ubitennis.com, punto di riferimento per chi ama questo sport: “Tennis Australia ha dato per scontato che l’esenzione per aver contratto il covid valesse anche per i non-australiani. E poi ne esce male Djokovic, soprattutto per il fatto che abbia continuato a circolare tranquillamente in Serbia il 16, il 17 e anche il 18 dicembre quando aveva saputo di essere positivo alle 20.16 del giorno 16. Ha rischiato di fare da untore e contagiare le persone che ha incontrato. Anche se quelle sono regole che riguardano più la Serbia”. Quindi, tutto risolto? “La saga se giocherà o meno non è ancora finita. Teoricamente il governo può ancora decidere di negargli il visto, anche se lui stamattina si è allenato dopo non averlo fatto per una settimana”.
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C’è già da immaginarsi la reazione del pubblico in caso di partecipazione: “Penso che gli australiani lo fischieranno sonoramente, anche se lui non ha colpe dal momento in cui gli hanno comunicato l’esenzione. Chiunque sarebbe andato con l’ok ricevuto, bisogna essere sinceri. Uno è libero di non vaccinarsi, però poi dovrebbe rispettare le regole nei confronti dell’Australia che ha sofferto un lockdown di 262 giorni. Ci sono stati 30 mila australiani non hanno fatto rientrare perché non rispettavano determinate regole. Per lui si sono fatte mille eccezioni, il responsabile principale di tutto questo casino è Craig Tiley, il direttore del torneo”.
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Gli ultimi giorni, almeno dal punto di vista simbolico, potrebbero aver spostato almeno una porzione di opinione pubblica dalla parte di Djokovic: “Può essere che sia anche così, però non avrebbe dovuto comportarsi in quel modo superficiale, girando da contagiato e sapendo di esserlo. Gli australiani sono stati costretti a girare con la mascherina, hanno avuto un pesante lockdown, a Melbourne in particolar modo non credo che possa essere apprezzato sotto questo aspetto”.