Tre detenuti (uno è stato catturato) sono evasi dal carcere di Avellino. Le modalità fanno discutere. La caccia continua
Un pò Diabolik, un pò scuola di ladri. La scena che si è vissuta in un carcere di Avellino sembra quella di un film. Lenzuola stese per uscire dalla struttura carceraria; detenuti in bilico tra la loro cella e la tanto agognata libertà. Ma stavolta la realtà è stata più fantasiosa di qualsiasi sceneggiatura. La cittadina campana è stata il teatro di un’incredibile fuga. A farla franca sono stati due detenuti, che la notte scorsa sono riusciti ad evadere in maniera assolutamente grottesca.
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Per uscire dal carcere hanno praticato un foro nella parete di una cella. Poi con lenzuola annodate si sono calati nel piazzale interno e da qui, dopo aver scavalcato il muro di cinta esterno, si sono dati alla fuga. I due detenuti in fuga sembrano essere svaniti dal nulla. Si tratta di un 22enne romeno e un 40enne del Marocco, Hassin Kilifi, che avrebbe terminato di scontare la pena a 6 anni e 3 mesi il 27 agosto 2027. Un altro detenuto, di nazionalità albanese, è stato invece bloccato dagli agenti della Polizia penitenziaria nell’intercinta del carcere. La cella che ha organizzato la fuga era composta da quattro detenuti. L’ultimo occupante, che condivideva la cella con gli altri tre, avrebbe rinunciato alla fuga all’ultimo momento restando nella cella del reparto penale che li ospita.
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L’allarme è scattato dopo la mezzanotte. Carabinieri e polizia hanno istituito numerosi posti di blocco in tutta la regione e controllato a tappeto treni, mezzi di trasporto, possibili vie di fuga e accessi autostradali. Fuori dal carcere, ad accogliere gli evasi, c’era un’automobile, con la quale il gruppo ha fatto perdere le proprie tracce. Una macchina è stata ritrovata, abbandonata, a circa venti chilometri dal carcere, nel comune di Luogosano. Gli inquirenti stanno cercando di capire se si tratta del mezzo utilizzato per la fuga.
Non si tratta della prima fuga dal carcere di Avellino: nel 2012 quattro detenuti evasero dopo aver rimosso i mattoni della parete della cella per poi calarsi dalla finestra utilizzando, anche il quel caso, lenzuola annodate. Nel giugno del 2020 un’altra evasione venne sventata dagli agenti in servizio nel carcere avellinese. Due detenuti romeni vennero fermati prima della fuga dopo aver “bucato” il muro della cella coprendolo con un impasto di acqua e farina per non destare sospetti. Duri i commenti dei sindacati della Polizia penitenziaria che denunciano la scarsità dell’organico in servizio in conseguenza di politiche penitenziarie che privilegiano la vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto. “Un fallimento – commenta il segretario generale del Sappe, Donato Capece – conseguenza anche di precise responsabilità del ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che per coerenza dovrebbe dimettersi”.