La diffusione del virus rischia di rafforzarsi e nelle famiglie cresce la paura che la scuola possa diventare un luogo di contagio
Un rientro a scuola tutt’altro che semplice. Il 10 gennaio le porte degli istituti scolastici si sono riaperte tra dubbi, ansia e perplessità, nonostante l’andamento dei contagi e la curva epidemica che cresce. La diffusione della variante Omicron ha mandato in tilt il sistema di tracciamento facendo decollare i numeri dei bollettini. Sul ritorno in classe, sono impazzate le polemiche tra chi sosteneva la necessità di un ritorno alla Dad e chi invece tra i banchi.
Molte le promesse andate perse, come gli screening di massa e i tamponi davanti agli istituti per permettere agli studenti di rientrare in classe limitando il rischio di contagi. In assenza di controlli, però, la diffusione del virus rischia di rafforzarsi e nelle famiglie cresce la paura che la scuola possa diventare un luogo di contagio. Ci sono poi i problemi pratici, come i contagi e le classi semivuote, i professori assenti, la mancanza di sostituti. I presidi stimano che il 10% di docenti e non docenti non sarà presente ma sarà a casa malato o in quarantena. Ci sono poi i no vax, un numero che prima della stretta governativa sull’obbligo sfiorava le 40 mila unità.
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“La scuola è pronta: abbiamo approvato, all’unanimità, regole chiare precise e puntuali”, spiegava qualche giorno fa il ministro Patrizio Bianchi, ribadendo che gli istituti sono un posto sicuro. Alle elementari, nel caso di un positivo, si resta in presenza con un un test antigenico o molecolare da eseguire subito e un altro dopo cinque giorni. Con due casi, invece, tutti gli studenti finiranno in Dad per dieci giorni. Con un caso di positività, alle medie e alle superiori, la classe resta in presenza, ma con mascherine Ffp2 e autosorveglianza. Con 2 casi, invece, per chi non è vaccinato, oppure ha fatto solo 2 dosi di vaccino o è guarito da più di 120 giorni si applica la Dad per 10 giorni. Dai tre casi, scatta la Dad per tutti.
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Intanto il Tar ha sospeso l’ordinanza con la quale la Regione Campania ha disposto la didattica a distanza in tutte le scuole del territorio per criticità legate alla pandemia da Sars-Cov-2. Il Tar della Campania ha infatti accolto il ricorso presentato dagli avvocati Giacomo Profeta e Luca Rubinacci e fissato la trattazione collegiale per il prossimo 8 febbraio. La decisione del Giudice, immediatamente esecutiva, ha comportato l’apertura degli istituti scolastici già da questa mattina. Ma le criticita non sono poche. “Ci siamo organizzati per far fronte alle mille difficoltà, un lavoro intenso ma ce la stiamo facendo”, dice Rossella Landi, presidente dell’Associazione nazionale presidi Piemonte e preside del Iss Majorana di Moncalieri (Torino), ai microfoni di Radio Veronica One. Le problematiche riguardano soprattutto la sostituzione del personale assente e la gestione dei casi di positività da parte degli studenti.