Amazzonia, indigeno porta il padre in spalla per farlo vaccinare

Amazzonia. Un indigeno della tribu Zo’é, Tawy, ha portato suo padre in spalla per dodici ore, per farlo vaccinare contro il Covid.

Tawy Zo'é (Instagram)
Tawy Zo’é (Instagram)

Ricevere il vaccino, talvolta, può essere un processo complicato. Chiaramente, non per il cosiddetto ‘primo mondo’, dove le campagne vaccinali stanno procedendo spedite. Ma per il terzo mondo, composto da Paesi non sviluppati economicamente e da tribù sperdute nelle aree più incontaminate del globo. Parliamo, in questo caso, di due membri della tribu Zo’é, Tawy e suo padre Wahu.

Partiamo dalle basi. La tribù Zo’é è un gruppo etnico originario del Brasile. Nel 2003, la stima sulla loro presenza nel pianeta era di 177 individui. Alcuni di loro conoscono il portoghese, per aver ascoltato alcuni membri delle spedizioni ufficiali. La maggior parte di loro vive nel Pará, uno staterello brasiliano attraversato da piccoli affluenti di due grandi fiumi, l’Erepecuru e il Cuminapanema. 

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La tribù entrò in contatto con il mondo esterno per la prima volta nell’82. Delle epidemie devastarono la popolazione, chiaramente non vaccinata. Parliamo di influenza e morbillo. Tra l’82 e l’88 morì circa un quarto della tribù. Probabilmente la memoria storica di queste tragedie ha spinto il motore della storia di Tawy e Wahu. I due individui della tribù, padre e figlio, hanno infatti deciso di proteggersi dal Covid.

 

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Wahu, il padre di Tawy, è disabile. Da ciò Tawy ha deciso di caricarselo in spalla, incamminandosi per un totale di dodici ore nella foresta amazzonica. Lo scopo del viaggio è quello di reperire una dose di vaccino per il padre e per sé stesso. Così, tra ruscelli, vegetazione e pendii rischiosi, Wahu e Tawy sono riusciti ad arrivare a destinazione, vaccinandosi contro il Covid.

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Lo scatto risale al 2021. Al tempo, entrambi si dovevano vaccinare per la prima volta contro il Covid. La fotografia è però stata condivisa solo alcuni giorni fa dal medico che li ha vaccinati, Erik Jennings Simoes. Il medico ha scelto la foto come simbolo dell’anno 2021, conclusosi da poco. Simoes ha dichiarato quanto segue, in merito alla vicenda. “Gli Zo’é mi chiedono spesso quando i bianchi decideranno di vaccinarsi tutti per finire questa pandemia”. Queste le parole di Simoes alla Bbc, che ha aggiunto: “Spero di poter avere presto una risposta da potergli dare”.

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