Caos sul bollettino dei contagi quotidiani: la scienza si divide fra chi chiede di inserire nuovi dati più precisi e chi spinge per eliminarlo.
Oltre un milione di contagi in 7 giorni. Il dato fornito dall’organizzazione mondiale della sanità, sulla diffusione della variante Omicron in Italia, ha spostato inevitabilmente l’attenzione sui numeri. Pesanti, di sicuro destinati ad alzare il livello d’allarme, ma anche molto discussi. La penisola è infatti la quarta nazione al mondo per contagi negli ultimi sette giorni.
Peggio è accaduto solo agli Stati Uniti, alla Francia e ancora al Regno Unito. Resta quindi un dubbio, chiaramente legato all’impatto della variante Omicron sulle ospedalizzazioni. La diffusione di numeri è il vero termometro che negli anni di pandemia ha misurato lo stato di salute di una nazione. Per molti però rischia di creare una psicosi. Fra questi c’è il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.
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Ospite ieri ad AdnKronos Live, ha avanzato la proposta di bloccare il bollettino quotidiano. La scienza si è immediatamente divisa fra chi è d’accordo e chi invece segnala quanto le cifre fornite ogni giorno siano un indicatore importante.
Stop al bollettino dei contagi quotidiani: per Costa è da rivedere, la scienza si divide
“Sarebbe opportuno arrivare ad un bollettino approfondito. Mi spiego meglio – annuncia Costa –, credo che sarebbe più chiaro fornire dati non solo sui contagi, ma anche sui vaccinati, su chi non lo è, su quante dosi hanno ricevuto. Così si fa trasparenza, e credo che ci siano le condizioni per arrivare a due bollettini a settimana”. Le sue parole dividono. Per Fabrizio Pregliasco, docente alla statale di Milano, sarebbe un segnale di liberi tutti, mentre l’attuale comunicazione è invece un modo per ricordare e chiarire la situazione giorno per giorno.
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Cristanti è dello stesso parere. “Quando vai in autostrada hai un contachilometri per vedere a che velocità vai – ha affermato –, e qui abbiamo un cruscotto della pandemia. Ci segnala gli indicatori, che sono i numeri di casi, l’indice Rt e le ospedalizzazioni”. Il presidente dell’Aifa Giorgio Palù si è detto invece favorevole a diluire la comunicazione dei dati, mentre Lucia Bisceglia, presidente dell’associazione dei virologi, ha chiarito che i numeri quotidiani sono una guida, indispensabile in questa fase. E intanto l’annuncio della Oms allarga maggiormente il dibattito. Il direttore generale Ghebreyesus ha chiarito le stime, annunciando che nonostante Omicron sia meno grave di Delta, nelle prossime 6-8 settimana il 50% della popolazione europea potrebbe essere contagiata dalla variante. E in questo quadro, fornire dati quotidiani darebbe forse il senso reale di quanto la corsa del virus sia rapida, fornendo parametri e armi per provare a fermarla.